Molto presto si potrà tornare ad andare in pensione con anticipo, visto che cominceranno ad essere liquidate dall’Inps le prime pensioni previste per incentivare l’esodo di lavoratori da aziende con eccedenza di personale, come previsto dalla riforma Fornero.
Si chiamano ‘prestazioni a lavoratori prossimi alla pensione’ e si tratta in verità di un anticipo della futura pensione, possibile fino ad un massimo di 48 mesi, da destinare ai dipendenti grazie ad accordi espressamente dedicati e stipulati tra le aziende interessate e i sindacati, oppure seguendo le normali procedure di mobilità.
Una possibilità che i lavoratori hanno ma per la quale non dovranno presentare alcuna domanda all’ente previdenziale da cui dipendono. Toccherà ai datori di lavoro attivare i rapporti con l’Inps, presentare le domande di incentivo per ciascun lavoratore, ma anche anticipare all’Ente le somme necessarie al pagamento delle singole pensioni, continuare a pagare i contributi che sarebbero spettati al lavoratore se fosse rimasto regolarmente in servizio, oltre che ottenere una fideiussione bancaria a garanzia dell’Inps sulla solvibilità durante l’intera durata dell’operazione.
Sono diversi i vantaggi per i lavoratori a partire dal fatto di continuare a ricevere dall’azienda i contributi Inps per tutta la durata dell’assegno, fino ad un massimo di 48 mesi, contributi che rientreranno nel calcolo della pensione che sarà liquidata in futuro, dopo aver completato il periodo coperto dall’esodo. L’incentivo potrà decorrere sin dal mese successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro mentre chi aderisce all’esodo volontario potrà svolgere una nuova attività lavorativa senza subire riduzioni delle rate mensili, pagate per tredici mensilità. E l’importo della prestazione è identico a quello del trattamento di pensione già maturato al momento in cui si comincia l’esodo.
Invece nella nuova prestazione non saranno riconosciuti gli aggiornamenti annuali al costo della vita e non spettano gli assegni familiari. In più non è permesso caricare oneri a titolo personale come cessione del quinto dello stipendio, mutui, o ancora riscatti e ricongiunzioni. Al termine dell’incentivo toccherà al lavoratore presentare una regolare domanda di pensione all’Inps secondo le regole in vigore. Inoltre questo tipo di prestazione non spetta a chi è già titolare di una pensione o assegno di invalidità.