Stiamo per assistere ad un evento in qualche modo storico per le famiglie italiane: le polizze assicurative private stanno per superare i fondi pensione, a dimostrazione di come al giorno d’oggi non si abbia più molta fiducia, soprattutto per i lavoratori sotto i 40 anni, in quella che potrà essere la pensione di domani.
Il dato più significativo è arrivato dalla Covip, ossia la Commissione di vigilanza sui fondi pensione: da dicembre 2010 a dicembre 2011 infatti il numero degli aderenti ai fondi di categoria è rimasto stabile a quota 2 milioni, con un calo pari allo 0,8%. In particolare la gran parte degli iscritti sono i lavoratori dipendenti del settore privato costituiscono, con 1,8 milioni. Nello stesso periodo gli aderenti ai Pip, ossia i piani individuali pensionistici sono però aumentati da 1,1 a 1,4 milioni, con una crescita del 25% e quindi se questa tendenza dovesse confermarsi anche nei prossimi due anni potrebbe verificarsi il sorpasso dei piani individuali pensionistici rispetto ai fondi pensione.
Resta il fatto che ormai è sempre più consigliabile stipulare fondi pensione che permettano una previdenza complementare per integrare quella in arrivi dagli enti pensionistici obbligatori. Ma la Covip ha redatto una serie di nuove disposizioni per una corretta strategia degli investimenti, in modo da poter realizzare interessanti combinazioni tra il rischio e il reale rendimento, che siano effettivamente in linea con quanto richiesto dai sottoscrittori.
I fondi pensione dovranno essere accompagnati dalla redazione di un documento che contenga gli obiettivi che si intende realizzare nella gestione finanziaria, i criteri con i quali si prevede di attuarla, i compiti e le responsabilità dei soggetti coinvolti nelle varie fasi del processo di investimento, ma anche la modalità con la quale si prevede di gestire il controllo del rischio e la valutazione dei risultati.
Inoltre i fondi dovranno precisare l’obiettivo finale della politica di investimento, in primis per i termini di rendimento annuo atteso, così come la ripartizione strategica delle attività (ossia la percentuale del patrimonio da investire nelle varie classi di strumenti). E ancora gli strumenti finanziari sui quali si intende investire e i rischi connessi, indicando i limiti per ogni classe di attività individuata, la gestione diretta o indiretta, i sistemi di controllo della gestione finanziaria, le procedure utilizzate per assicurare gli obiettivi finanziari stabiliti e i metodi di valutazione adottati.