Uil: indispensabile tagliare le tasse per i lavoratori dipendenti

L’Italia é al 23° posto per quanto riguarda gli stipendi. L’Ocse ha infatti calcolato gli stipendi medi in 30 Paesi, al netto delle tasse e a parità di potere d’acquisto. Gli italiani hanno buste paga che sono poco più della metà di quelle inglesi e più basse di quelle greche e spagnole.

Il salario medio dei lavoratori italiani è infatti 21.374 dollari. Nei Paesi Ue il salario medio è di 27.793 dollari l’anno. Nell’Europa a 19, si ha uno stipendio medio di 24.552 dollari.

Secondo l’Ocse pesano soprattutto le tasse: la differenza tra quanto paga il datore di lavoro e quanto intasca realmente il lavoratore. I dipendenti e i loro datori di lavori pagano troppi contributi. E purtroppo questo é dovuto anche all’evasione fiscale: in Italia tanti evadono e gli unici che non possono farlo sono proprio i dipendenti, ecco perchè questi pagano anche per gli altri. In Italia 2 lavoratori su dieci non pagano le tasse. Ecco perchè sono compressi verso il basso i salari delle imprese in regola. Il peso di tasse e contributi su un lavoratore single è del 46,5%, mentre del 36% per un lavoratore sposato e con due figli a carico. Se a un’impresa un lavoratore costa 100 euro, lo stesso lavoratore finisce per ottenere in busta paga soltanto 54,5 euro.

La riforma delle pensioni non è lo strumento per uscire dalla crisi – tuona il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, intervenendo al congresso della Cisl -. Quando si farà una riforma, sono due i punti importanti: separare la previdenza dall’assistenza e introdurre le parti sociali nella gestione dei contributi. Il nostro sistema fiscale è così guasto da non farci fare nessuna piccola modifica come soluzione del problema. In Italia le uniche tasse da ridurre sono quelle che pagano i lavoratori dipendenti e pensionati, almemo per dieci anni. Bisogna tagliare, anzi eliminare le tasse almeno sulla tredicesima.

Fonte: Fiscoetributi.com

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