Pericolo debito, Letta rassicura l’Ue: l’Italia non sforerà il 3%

Letta risponde sul debitoAlla luce degli allarmanti commenti provenienti dai dirigenti dell’Ue, sull’evidente instabilità politica italiana, il presidente del consiglio Enrico Letta si è preoccupato di rasserenare gli animi, rassicurando l’Europa sull’entità del debito dell’Italia “Ci sono tutte le condizioni perché non si sfori il 3%. Terremo i conti sotto questa soglia.” In un’intensa giornata, che l’ha visto alternarsi tra i palchi della festa di Scelta Civica e dell’Expo 2015, il Presidente del Governo ha approfondito il discorso del debito pubblico, rivendicando l’importanza del suo esecutivo.

Il debito è il primo problema di questo Paese. Ma per pagare i debiti bisogna essere credibili, perché nessuno ci compra il debito se non lo siamo. Ma se non ce lo comprano, non ce la facciamo.” L’Italia è messa di fronte a un problema molto delicato, Letta ha cercato di calcare la mano su questo tema per far comprendere, in particolare alla platea dei suoi detrattori, l’importanza del suo operato. Il premier ha ribadito l’importanza di un’azione di Governo che tenga a bada i conti pubblici, dal momento che “il debito è mangiarsi il futuro. È voler risolvere i problemi di oggi con le risorse dei nostri figli. E l’Italia oggi fatica perché in passato ha scelto questa strada. Le difficoltà di questi giorni riguardano proprio questo: pagare il nostro debito.

Letta ha concluso rassicurando l’Europa e mandando un messaggio a chi vorrebbe la fine del suo esecutivo “Il Paese è credibile se mantiene i suoi impegni, con serietà, per questo dobbiamo impegnarci per continuare a essere credibili, non dare l’idea che ogni giorno si è sull’orlo di un vulcano in ebollizione.” Ma come rilanciare l’economia, facendo uscire il Paese dal pantano della crisi economica? Il premier è stato molto chiaro “Dobbiamo uscire dall’emergenza mettendo al centro l’educazione e un welfare che deve tener conto del peso che è stato assegnato alla famiglia rispetto alla crisi.

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *