La cultura, il sapere, lo studio.. Queste le vere armi (assolutamente non valorizzate) dell’Italia. A ribadirlo a gran voce non gi studenti di un qualche ateneo italiano in rivolta ma bensì un rapporto della Commissione Europea della Enec. Lo studio in questione dipinge l’Italia come un paese svogliato e disattento non in grado di sfruttare una delle sue risorse più preziose a sua disposizione: La Cultura!
Secondo l’UE l’Italia dovrebbe ripartire proprio dal sapere per determinare una nuova crescita dell‘economia, dovrebbe quindi scegliere di investire nell‘unico “petrolio” che ha disposizione, quello culturale, che però a quanto pare non sa come valorizzare.
Un capitale umano ed artistico che secondo Bruxelles rappresenta un vero e proprio cruciale volano di sviluppo non solo per il Bel Paese, ma bensì per tutta l’Ue. Proprio il nostro Paese infatti, è in grado di attirare turisti da tutto il mondo per il suo straordinario patrimonio artistico-culturale, senza però che ci sia alcun tipo di investimento alle spalle.
Una condizione questa che rischia di compromettere seriamente lo sviluppo Italiano e che potrebbe ben presto comportare una vera e propria perdita d’identità storica ed artistica tricolore, l’unica che l’Italia possegga.
Secondo quanto contenuto nel rapporto stilato a Bruxelles emerge con chiarezza che ad oggi la cultura è divenuta una vera e propria priorità anche e soprattutto per il suo (sottovalutato) valore economico. Secondo gli analisti la cultura e le attività creative costituiscono ad oggi il 3,3% del pil dell’Unione Europea, ma non è finita qui, il 3% dell’occupazione infatti, viene proprio da questo settore. A detenere maggiori carte da sfruttare in tal senso, è proprio l’Italia che detiene il 70% dei beni artistici mondiali.
L’UE intanto spinge l’Italia verso l’avvio di nuove riforme che sappiano dare la giusta importanza ad un settore che potrebbe dare seri riscontri economici ad un paese oramai in ginocchio.