Matteo Renzi attacca nuovamente il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, proprio dopo la bocciatura del voto di sfiducia alla Camera, presentato dal Movimento 5 Stelle e respinto con i voti della maggioranza. Secondo il sindaco di Firenze, indipendentemente da un avviso di garanzia o meno, la Cancellieri dovrebbe dimettersi, perché le intercettazioni sul caso Ligresti ne avrebbero minato la credibilità, l’imparzialità e l’autorevolezza. Sbagliato per Renzi che il premier Enrico Letta ci abbia messo la faccia, mentre la base scalpita contro i candidati alla segreteria, che pur essendosi dichiarati contrari alla permanenza della Cancellieri al governo, hanno votato contro la mozione di sfiducia, di fatto salvando il governo e il ministro.
Intanto, il Movimento 5 Stelle ha annunciato che presenterà anche al Senato la mozione di sfiducia, inizialmente studiata proprio per Palazzo Madama, ma poi non uscita fuori dalla capogruppo. I numeri sono qui più incerti e questo potrebbe mettere in difficoltà il PD, laceratissimo in vista delle primarie dell’8 dicembre.
Il partito potrebbe non reggere la sfida di un nuovo voto di sfiducia al Senato, perché la posizione pro-Cancellieri non viene digerita dalla base e da ampie correnti tra i parlamentari, che temono un tracollo dei consensi.
Ed ad Agorà, l’ex ministro Cesare Damiano non ci gira intorno e spiega che il voto del PD sarebbe una grossa contraddizione rispetto ai principi che va affermando, sostenendo di avere riscontrato in giro elettori contrariati per la scelta e che egli avrebbe votato contro la sfiducia solo per pura disciplina di partito e non per altro.
