Ancora un attacco del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, all’indirizzo del suo partito. Intervistato ai microfoni del TG5, sfida gli anti-Cav della sinistra e ribadisce che non lui non vuole vedere Berlusconi in galera, ma semplicemente lo vuole sfidare. Ma l’attacco di Renzi non finisce qui.
Il sindaco boccia i nomi di Franco Marini e Anna Finocchiaro, che circolano per il toto-Quirinale. La cosa fa notizia, se non altro, perché si tratta di due suoi colleghi di partito. Ma l’insofferenza è altissima tra i renziani e resta sempre in agguato l’ipotesi di una scissione, sebbene lo stesso Renzi abbia smentito, sostenendo che non se ne andrebbe dal PD nemmeno se lo prendessero a calci nel sedere. Parole che non tranquillizzano nessuno al Largo del Nazareno, consapevole che il futuro del partito e la sua stessa sopravvivenza si giocheranno su Colle e governo.
Bersani, dal canto suo, ha messo una pietra tombale sull’ipotesi di un governissimo col PDL, rigettando la proposta del Cavaliere. A questo punto bisognerà attendere le mosse del nuovo capo dello stato, mentre il presidente in carica, Giorgio Napolitano, ha fatto sapere ancora una volta di essere indisponibile a una sua rielezione, perché rappresenterebbe una soluzione pasticciata.
Due sono gli scenari principali, sebbene non unici. Se il PD fa votare un suo uomo non gradito al centro-destra, il ritorno alle urne tra giugno e luglio sembra assicurato. Se, al contrario, si troverà un’intesa su un candidato condiviso, allora si potrebbe anche formare un esecutivo di scopo, che riporti l’Italia al voto quanto prima. Non escluso, in quest’ultimo caso, che si rivoti a ottobre o forse novembre di quest’anno.