Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, non finisce di stupire. E adesso veste i panni del piddino anti-governativo e anti-berlusconiano. In visita in Germania, ricevuto dal cancelliere tedesco Angela Merkel (a che titolo?), mezzo partito e Beppe Grillo lo attaccano, perché nessuno pare sapesse di un incontro così poco giustificato da ragioni politiche e istituzionali. Lo stesso segretario del PD, Guglielmo Epifani, ammette di non averne saputo nulla, mentre lo stesso Renzi non solo non si scusa, ma ribadisce di avere avvisato della visita il premier Enrico Letta da circa un mese. Ed è proprio con riferimento al capo del governo che il sindaco fiorentino ne spara una delle sue, destinata a mettere in subbuglio il partito per l’ennesima volta. “Io a Letta voglio bene, ma non credo che questo governo con il PDL possa durare a lungo. Ogni giorno deve parlare con Brunetta e Schifani”.
Ci pensa il portavoce di Renzi a smentire che questi abbia profetizzato la fine dell’esecutivo delle larghe intese, ma è evidente che ormai il pasticcio (voluto) era stato fatto. E la polemica non cade in un momento felice per il partito, visto che i consensi sembrano in calo, come captato nell’ultimo sondaggio realizzato da Emg per il Tg La7 di Enrico Mentana, che vedono in PDL in testa, così come l’intera coalizione di centro-destra.
Il PD è diviso sulla linea da seguire sui casi giudiziari di Silvio Berlusconi e, in particolare, sulla spinosissima questione della non eleggibilità. E c’è da scommettere che proprio Renzi s’infilerà tra le tensioni, cercando di trasformarle in un espediente a proprio vantaggio, magari guidando le truppe dei parlamentari contrari a quella che definiscono la “linea morbida” di Epifani.
