Matteo Renzi si accinge ad entrare a Palazzo Chigi, prendendo il posto del dimissionario Enrico Letta. Le consultazioni dovrebbero essere rapide, visto che tutti partiti della vecchia e nuova maggioranza hanno indicato chiaramente nel sindaco di Firenze e segretario del Partito Democratico la figura del nuovo premier. Beppe Grillo non dovrebbe guidare la delegazione del Movimento 5 Stelle al Quirinale, perché dal suo blog definisce una presa in giro i faccia a faccia con il presidente Giorgio Napolitano. Un modo, in realtà, per prendere nettamente le distanze dal Colle e dagli altri partiti.
Intanto, mentre Renzi lavora alla squadra di governo, i sondaggi iniziano già a registrare un malcontento diffuso degli elettori, riguardo al modo con cui il segretario piddino è arrivato alla guida dell’esecutivo. Il 61% degli intervistati da Ixè per un sondaggio realizzato per il programma Agorà su Rai Tre dichiara di preferire le urne entro sei mesi. Il 15% vorrebbe votare entro il mese di ottobre di quest’anno e il 12% entro il 2015. Solo il 25% ritiene che la legislatura dovrebbe arrivare a termine (2018), come desidera Renzi.
Ma se non dovrebbero esserci problemi ad ottenere la fiducia al Senato, i numeri e la loro composizione potrebbero, però, essere nefasti per la sopravvivenza del governo Renzi nel tempo. Il Pd conta 107 senatori, il Nuovo Centro Destra 31, Scelta Civica 8, 12 i Popolari per l’Italia, 10 delle Autonomie e 3 Gal, oltre ai possibili dissidenti di Sel e Movimento 5 Stelle.
In ogni caso, non si capisce cosa di diverso possa fare la stessa maggioranza composita che sosteneva Letta. Il rischio per Renzi è di trovarsi nella stessa “palude”, di cui ha accusato ieri il governo Letta di essersi impantanato.