Matteo Renzi e i suoi uomini partono all’attacco del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, dopo il pasticcio degli scatti degli insegnanti sottratti e poi ripristinati. “Quando Saccomanni toglie 150 euro agli insegnanti, io mi arrabbio”, ha affermato duramente il segretario del PD, mentre il renziano Dario Nardella è stato ancora più pesante, sostenendo che alla guida di Via XX Settembre dovrebbe andare un politico. Il riferimento è alle dichiarazioni con cui Saccomanni ha chiuso il caso pietoso degli insegnanti, sostenendo che sia stato frutto di errori tecnici non comunicategli, quasi ad ammettere di non avere il polso della situazione nel delicato dicastero di cui è a capo.
Saccomanni è stato anche attaccato dal quotidiano britannico economico Financial Times, che ha definito “ridicole” le sue affermazioni, per cui il 2014 sarà l’anno della ripresa per l’Italia e che gli italiani pagheranno meno tasse grazie a 32 miliardi di euro di tagli alla spesa del suo governo.
Le troppe prese di distanza dal suo ministero e le numerose gaffes commesse dal ministro potrebbero indurlo alle dimissioni, gesto di cui si vociferava già nelle scorse settimane, ma che il premier Enrico Letta avrebbe allontanato almeno a dopo l’approvazione della legge di stabilità.
Ma se davvero Saccomanni si dimettesse, il governo perderebbe un altro pezzo a pochi giorni dalle dimissioni annunciate dal vice-ministro dell’Economia, Stefano Fassina, anch’egli in rotta di collisione con Matteo Renzi.
Poco a poco, quindi, il governo sembra perdere consistenza e fiducia, per cui si potrebbero realmente avvicinare le elezioni anticipate già a maggio di quest’anno, insieme alle europee, come chiede palesemente Silvio Berlusconi, ma anche sotto voce lo stesso Renzi.
