L’economia comincia pian piano a ripartire, i valori finanziari si rimettono a posto, la situazione economica comincia (seppur a stento) a ristabilizzarsi, l’inflazione segnala una piccola risalita ma che tuttavia resta sotto controllo senza destare grosse preoccupazioni..ma le tariffe pubbliche hainoi, continuano a registrare aumenti e rincari che raggiungono impennate assolutamente difficili da controllare.
Volgendo uno sguardo complessivo sull’intero comparto economico italiano, si evince che quasi tutti i settori legati alla vita quotidiana dei cittadini hanno subito aumenti da un minimo del 13% fino a raggiungere un massimo del 40%.
Pedaggi autostradali, ferrovie, trasporti marittimi e carburanti i settori più colpiti, determinando un aumento complessivo della spesa pubblica di oltre il 15%.
Ma a pagarne lo scotto in misura maggiore sembra siano stati i piccoli comuni, difatti ad aumentare in maniera massiccia soprattutto le tariffe locali che, tra il 2005 e il 2009 hanno registrato per i rifiuti urbani rincari del 30% e per l’acqua del 31,8% di cui il 7,6% solo nell’ultimo anno.
Sembra che tali aumenti siano dovuti allo sforzo di equiparare le tariffe a livelli compatibili per assicurare una totale copertura dei costi, anche se, sembra che questo progressivo e tendenziale rialzo comincia determinare un serio impoverimento del potere d’acquisto dei cittadini sconvolgendo, in tutto o in parte, gli equilibri economico-finanziari dell’intero territorio nazionale.
Confrontando il contesto italiano con il resto dei paesi facenti capo ad eurolandia, emerge che siamo proprio noi cittadini del “Bel Paese” a pagare più tasse rispetto ai nostri concittadini europei.
Una prospettiva tutt’altro che piacevole per noi poveri italiani che continuiamo a fare le spese di scelte governative sbagliate perpetrate per anni.