Il Senato ha approvato nella giornata di ieri il Dl cultura, un segnale forte da parte delle istituzioni che sembrano intenzionate a cambiare le carte in tavola: rilanciare l’economia è possibile investendo direttamente sulla cultura e sul turismo. Il decreto deve ancora essere approvato dalla Camera, ma il risultato appare scontato mentre è previsto un programma di diversi milioni di euro per intervenire in diverse aree dell’Italia. La diretta conseguenza di un simile investimento è l’immediata creazione di nuovi posti di lavoro.
Tra le norme di spicco del Decreto cultura troviamo un nuovo mezzo per contrastare l’utilizzo degli animali nel circo. Un tema che non smette mai di dar vita ad accesi dibattiti ma su cui le istituzioni mostrano di avere preso una netta decisione: il governo si impegnerà ad azzerare entro il 2018 tutti i contributi ai circhi che continuano a sfruttare gli animali. I senatori firmatari della norma si sono detti entusiasti “È un primo passo per venire incontro alla grande sensibilità dell’opinione pubblica verso il rispetto degli animali e per promuovere un’attività apprezzata per i contenuti artistici, non certo per l’uso degli animali.”
Il Decreto Legge sulla cultura prevede la valorizzazione dei beni del patrimonio italiano che nei decenni sono caduti in disgrazia. Non da ultima la città romana di Pompei per la quale, dopo i finanziamenti europei e la minaccia di infiltrazioni mafiose, si è pensato di creare l’Unità Grande, una struttura operativa per monitorare i lavori sul sito. Lasciato all’incuria del tempo, il Mausoleo di Augusto a Roma si vedrà finalmente restituita la sua dignità. Sono stati stanziati 2 milioni di euro per la restaurazione di una delle perle dell’arte classica. 14 milioni sono stati invece destinati agli interventi sui musei italiani, 8 dei quali sono da destinarsi al completamento dei nuovi Uffizi di Firenze. Infine 4 milioni di euro saranno utilizzati per la realizzazione del nuovo museo nazionale della Shoa a Ferrara.
Il Decreto attende ora l’approvazione della Camera, eppure il Ministro Massimo Bray si è mostrato fiducioso “Si tratta di un provvedimento che crede nella cultura come valore, come collante di un Paese che vuole essere unito e credere nel suo futuro.”