Il direttivo di questa sera di Scelta Civica dovrà fare il punto della situazione, dopo le dimissioni di Mario Monti dalla presidenza. L’ipotesi più realistica è che si vada verso una scissione, con 11 senatori che hanno già firmato una lettera a sostegno incondizionato dell’esecutivo, di fatto sfiduciando la linea politica dell’ex premier. Tra questi ci sono Pierferdinando Casini e Mario Mauro. Quest’ultimo è il ministro della Difesa e pur non avendo potuto firmare la lettera, in quanto membro del governo, ne viene ritenuto l’ispiratore. Il fronte degli anti-Monti potrebbe allargarsi e già si parla anche di 16-17 senatori pronti a sostenere la linea di Casini.
Di certo, la spaccatura dentro Scelta Civica potrebbe cambiare gli equilibri al Senato e, in particolare, quando si voterà per metà novembre sulla decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore. I senatori pro-Casini e Mauro, infatti, utilizzeranno quell’episodio per contarsi e per accrescere il proprio peso dentro al partito e in vista di un’area politica più ampia, che sarebbe realizzata con Angelino Alfano, dando vita a una sorta di Partito Popolare Italiano.
In teoria, i soli voti dei senatori dissenzienti da Monti non basterebbero a salvare il Cavaliere, che arriverebbe ad avere dalla sua meno di 130 senatori, quando la salvezza arriva a quota 161. Manca più di una trentina di voti, che dovrebbero arrivare da PD, Sel e M5S, i quali sono tutti schierati per la decadenza. Da qui, o il centro-destra riuscirà a convincere alcuni senatori del fronte avversario a ripensarci o l’unica soluzione in grado di salvare Berlusconi sarebbe quella di franchi tiratori, assiepati specie nel PD e nell’M5S, i quali per ragioni elettorali o di equilibri interni potrebbero decidere per la scelta clamorosa.
