Scontro PD-PDL in commissione. Già rischia governo Letta

Traballa governo Letta su scontro PD-PDLE’ iniziato lo scontro tra Partito Democratico e Popolo della Libertà, quando l’azione del governo Letta deve ancora iniziare. Il casus belli, com’era forse prevedibile, è stata la nomina del presidente della Commissione Giustizia del Senato. Il PDL aveva raggiunto un accordo con il PD, per cui ad esso sarebbe spettata la presidenza con l’ex guardasigilli Nitto Palma. E rassicurazioni erano venute anche da Luigi Zanda, capogruppo al Senato dei piddi. Senonché, alla prima votazione Palma è stato bocciato con 13 schede bianche. In sostanza, il PD sarebbe venuto meno ai patti e la cosa rischia di fare saltare il tavolo, perché la mancata intesa sembra una riedizione di quanto accaduto già con il Quirinale, quando il nome concordato tra i due partiti, Franco Marini, fu clamorosamente bocciato proprio dai democratici. I quali adesso sostengono di essere ancora disponibili ad assegnare la presidenza al PDL, purché il nome sia condiviso. Ma non tutti la pensano così. Corradino Mineo, ad esempio, invita alla lotta contro i candidati berlusconiani, mentre il prodiano Sandro Gozi lancia un appello al suo partito, affinché cessi di esistere, in quanto non sarebbe più in linea con i sentimenti della base.

Che il governo Letta sia in crisi ancor prima di iniziare lo sa, anzitutto, lo stesso premier, che non a caso ha annunciato il ritiro di ministri e sottosegretari, al fine di “far fare squadra”. Ma ammesso che riesca nell’impresa, la vera grama si chiama Parlamento, dove un’agguerrita Rosy Bindi annuncia il suo voto favorevole al Def solo per spirito di disciplina verso il partito e chiarendo che si tratti dell’ultima volta che si adeguerà.

Tanto che Silvio Berlusconi sarebbe scettico sulle probabilità che l’esecutivo vada oltre l’estate e si preparerebbe alle nuove elezioni, con i sondaggi che lo darebbero in testa con almeno sette punti di distacco dagli avversari. In particolare, il PDL viaggerebbe tra il 27 e il 28%, mentre il PD crollerebbe tra il 20 e il 21% con il Movimento 5 Stelle fermo al 23%.

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