Non accenna a diminuire lo scontro all’interno della maggioranza tra il segretario del PD, Matteo Renzi, e il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, anche capo del Nuovo Centro Destra. Ieri, il sindaco di Firenze aveva affermato che sarebbe rimasto alleato con Alfano solo fino a quando avrebbe ottenuto le unioni civili e lo “ius soli”, scatenando le ire degli ex berlusconiani, i quali hanno subito chiarito per voce del loro leader che NCD potrebbe staccare la spina al governo e che quest’ultimo non avrebbe una maggioranza senza di essa al Senato.
Sul rimpasto, la linea di Renzi è della sufficienza, nel senso che non lo chiede e non lo considera decisivo, in quanto per il segretario del PD è importante, anzitutto, fare le riforme e avverte il premier Enrico Letta che il tempo sta per scadere e che se è logoro, è solo perché ha governato male.
Parole che non possono non essere avvertite per quelle che sono: un annuncio di crisi di governo, che a questo punto Renzi vorrebbe quanto prima, per andare alle urne già a maggio, insieme alle elezioni europee.
Il 27 di gennaio, la Camera avvierà formalmente la discussione sulla riforma del Porcellum. Si vedrà in quella sede se il PD ha già un’intesa con Forza Italia, nel quale caso l’accelerazione verso il voto anticipato sarebbe evidente. Il modello spagnolo potrebbe mettere d’accordo i due principali partiti, che verrebbero avvantaggiati nella ripartizione dei seggi.
Il premier si è chiuso in un silenzio eloquente, nel tentativo disperato di non scatenare una polemica decisiva per la caduta del suo governo.