E’ scontro tra il governo di Matteo Renzi e il sindaco di Roma, Ignazio Marino, dopo che il primo ha ritirato il decreto Salva Roma, contenente misure per salvare la capitale dal rischio fallimento con 485 milioni di euro. Il decreto è stato ritirato per i 350 emendamenti che erano stati presentati da Lega Nord e Movimento 5 Stelle, che se esaminati non avrebbero consentito l’approvazione entro la data ultima del 28 febbraio per la conversione in legge da parte del Parlamento.
Per questo, adesso sono a rischio i bilanci del Comune di Roma sia del 2013 che per l’anno in corso. Il decreto, infatti, spostava 320 milioni di disavanzo del 2013 sulla gestione commissariale a altri 165 milioni per l’esercizio in corso.
Il sindaco Marino lamenta di essersi trovato in questa situazione, che ha ereditato e chiede che il governo Renzi intervenga per salvare Roma, altrimenti minaccia di bloccare la capitale domenica prossima. Una dichiarazione di guerra, quella di Marino, che non è affatto piaciuta al premier Renzi, che sentendolo al telefono (si erano già visti ieri a Palazzo Chigi), gli avrebbe detto papale papale che non saprebbe fare il sindaco.
Nel PD cresce l’insofferenza verso le prime mosse di Renzi, con qualche parlamentare del partito che avrebbe sottolineato come il governo francese avrebbe salvato Parigi, se la città stesse fallendo.
E a spargere il sale sulle ferite ci pensa il Cavaliere, che ha dichiarato soddisfatto che Matteo Renzi avrebbe fatto fuori più comunisti di lui in 20 anni. Allo stesso tempo, però, Silvio Berlusconi ha fatto presente che o Renzi governa, o farà la fine di Letta e sarà fatto fuori dal suo stesso partito.