Sarà una settimana cruciale la prossima. Si inizieranno, infatti, a insediare le Camere e in quell’occasione si verificheranno possibili convergenze per l’elezione dei presidenti. Dal PD filtrerebbe la disponibilità a tenere solo il Senato e di cedere in cambio a un grillino la presidenza della Camera dei Deputati. Ma il percorso è tortuoso. Subito dopo si dovranno aprire le consultazioni per formare un governo e qui il segretario del PD, Pierluigi Bersani, conta di ottenere dal presidente Giorgio Napolitano un incarico esplorativo. Tuttavia, i numeri non ci sono, perché i senatori del Movimento 5 Stelle hanno già chiarito che non daranno la fiducia a nessuno.
Ecco, quindi, che lo scenario al momento più probabile è quello delle urne a giugno, dato che il PD non ha alcuna intenzione di costituire un’intesa con il PDL di Silvio Berlusconi.
E stando ai rumors delle ultime ore, pare che in caso di elezioni a giugno, il candidato premier del centro-sinistra possa continuare ad essere proprio il “non vincitore” Bersani, pronto ad allearsi con i centristi di Mario Monti, oltre che con la sinistra radicale di Sel.
In questo schema, quindi, Bersani si presenterebbe alla testa di una grande coalizione eterogenea e filo-Bruxelles, nel tentativo di battere ciò che considera i populismi di Grillo e Berlusconi. In realtà, dagli ambienti centristi si registra una disponibilità all’alleanza, a patto che la guida spetti a Matteo Renzi.
Da qui alle prossime settimane, dunque, ci saranno i fratelli coltelli dentro al PD e lo sbocco più probabile è quello del voto anticipato, con Bersani che rischia di portare il suo partito al un bis ancora più tragico, quello della sconfitta senza se e senza ma.