Gli investimenti sulle politiche sociali sono ai minimi storici, come dice Carla Cantone, segretario generale dello Spi-Cgil che ha condotto l’ultima indagine sul territorio, “Siamo all’anno zero del welfare pubblico.” La denuncia sottolinea come la grave situazione economica, in cui vessano i cittadini italiani, non sia solo colpa della crisi. Ad essere sotto accusa sono le politiche finanziare che nell’ultimo decennio hanno progressivamente frantumato i vitali incentivi destinati all’assistenza a persone e famiglie.
Gli investimenti dedicati agli interventi sociali sono calati del 75% negli ultimi 5 anni, le risorse destinate al welfare son passate da un corposo ammontare di 923 milioni di euro ad appena 70 milioni. Il segretario Cantone, che si è fatta portavoce della notizia, ha evidenziato come “Il continuo taglio di risorse sta privando dei servizi di assistenza le fasce più deboli del Paese, che in questo modo sono state letteralmente abbandonate al proprio destino.”
Il sindacato della Cgil ha mostrato, dati alla mano, come “Il fondo per la non autosufficienza, la cui dotazione era nel 2010 di 400 milioni, è stato del tutto eliminato dal governo Berlusconi e non è stato rifinanziato dal governo Monti, nonostante le reiterate promesse in tal senso.”
La politica delle tasse e dei tagli, nonostante le tante promesse, a oggi non ha portato i risultati tanto declamati. Forse è bene che le compagini politiche, in questi giorni tanto impegnate nella campagna elettorale, ripensino all’idea di “bene per il Paese”: il diritto di ogni cittadino alla fruizione dei servizi sociali è stato fin troppo ignorato, è il momento di inserirlo nell’agenda programmatica del futuro governo.