Se siete fra quelli che hanno stipulato con la banca un mutuo ipotecario a tasso variabile (in particolare un mutuo con un tasso in cui le variazioni dello stesso vengono decise unilateralmente dalla banca), allora è il momento di farsi avanti e verificare molto bene se i tassi che vi sono stati applicati abbiano “sforato” in usura.
Per verificare le dimensioni del fenomeno è stata interessata di recente anche l’Autorità giudiziaria, la quale ha in corso accertamenti. Intanto alcuni consumatori hanno già richiesto ed ottenuto anche ingenti rimborsi in relazione a tassi usurari praticati.
Da qualche tempo il CTCU è alle prese con segnalazioni di consumatori che sospettano che il tasso del proprio mutuo non sia legale. Alcuni di essi, avendo fatto due conti in tasca, sono arrivati addirittura a stabilire che una parte degli interessi pagati alla banca in questi anni non erano dovuti, in quanto oltre le soglie di usura stabilite trimestralmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e hanno ottenuto già cospicui risarcimenti.
“Il sospetto è che la questione coinvolga numerosi utenti bancari e non si tratti solo di pochi casi isolati – ci spiega Walther Andreaus, direttore del CTCU – Del resto ci risulta che negli anni passati, anche quelli più recenti, siano stati stipulati numerosi contratti di mutuo ipotecario a tasso variabile, sia indicizzati che non. Resta ora da verificare se la banca abbia in tutti i casi rispettato i tassi di usura previsti dalla legge oppure no.”
Un esempio di sforamento in usura. Se ad esempio per un mutuo ipotecario ad ottobre del 2004 avete pagato un tasso di interesse (tasso effettivo globale o TEG) superiore al 5,760%, gli interessi che vi sono stati richiesti erano “usurari”. Altrettanto se ad esempio ad aprile del 2006 vi hanno chiesto degli interessi superiori al 6,240%. Attualmente la soglia di usura prevista per la categoria dei “mutui ipotecari a tasso variabile” è fissata al 4,875%.
Come procedere alla verifica? Richiedere alla banca un piano di ammortamento riepilogativo, storico, utilizzando il fac simile a disposizione sul sito del CTCU, http://www.centroconsumatori.it/ e copia del contratto di mutuo (se non lo avete già a disposizione). Dopo aver ottenuto dalla banca la misura dei tassi applicati nel corso degli anni al mutuo (vedi piano di ammortamento rilasciato), confrontate questi con le soglie di usura dei relativi periodi.
Se dal confronto risulta che i tassi applicati sono superiori all’usura oppure di poco inferiori (massimo 0,30%), fissate un appuntamento al CTCU per un controllo più approfondito del vs. calcolo. In tale sede potranno essere decisi assieme agli esperti del Centro i passi più opportuni. I fac simili sono disponibili gratuitamente in formato cartaceo anche presso le sedi del CTCU.
Attenzione! Quanto sopra riferito non vale per i mutui a tasso fisso. A chi ritenesse comunque di pagare attualmente un tasso troppo elevato rispetto al tasso medio di mercato (cd. TEG medio), sia nel caso di un mutuo a tasso fisso che nel caso di uno a tasso variabile, suggeriamo: di chiedere senza indugi una rinegoziazione dello stesso alla banca e se questa non si dimostra disponibile a venirvi incontro, a cambiare istituto, chiedendo la cd. surrogazione che è gratuita.
Afferma ancora Walther Andreaus: “La partita è quindi aperta e in mano ai diretti interessati. Fatevi avanti! Non ne va solo di percentuali, ma anche del denaro con il quale sbarcare il lunario in epoca di crisi.”
Fonte: Attico.it