L’Antitrust – ovvero l’Autorità garante della concorrenza e del mercato – presieduta dal giurista Antonio Catricalà, ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato (l’organo supremo della giustizia amministrativa in Italia), dopo che il Tar del Lazio, cioè il Tribunale Amministrativo Regionale a cui si fa appello, ha deciso di annullare la multa che l’organo di controllo aveva deciso di comminare alle banche, nel contesto della surroga o portabilità dei mutui.
Il tutto ha origine circa un anno fa, ad agosto per la precisione, quando l’Antitrust aveva deciso di comminare una multa di dieci milioni di euro a 23 istituti bancari e creditizi, che avevano assunto comportamenti non corretti per quanto riguarda le pratiche finanziarie riferiti ai mutui.
La motivazione, come anticipato, riguarda le pratiche di portabilità dei mutui, rese troppo onerose, difficili da sostenere – anche per una cattiva informazione o trasparenza nella loro gestione – e di complicata attuazione.
Tutto il contrario, invece, di quanto previsto dallo specifico decreto governativo del 31 gennaio 2007, numero 7 (poi successivamente tramutato in legge), conosciuto come decreto Bersani o anche legge Bersani, che dà agli utenti la possibilità di cambiare banca nel loro processo di finanziamento come dire portare un contratto di mutuo da una banca all’altra che ne offre condizioni migliori di applicazione. Come a dire che un contratto telefonico, di rete fissa o mobile, viene oggi trasferito da un operatore all’altro, senza particolari condizioni di svantaggio.
Secondo l’Antitrust, invece, le banche avrebbero disatteso questa possibilità, rendendo anzi pressoché impossibile riuscire ad effettuare una reale portabilità dei propri contratti finanziari per quanto riguarda l’acquisto, la ristrutturazione o la costruzione degli immobili (a seconda dei casi in cui si tratti di mutui fondiari ed ipotecari, mutui per la ristrutturazione, mutui edilizi: sia a tasso fisso che a tasso variabile, non essendo, questa, una particolare discriminante in tutto il processo di azione e portabilità commerciale, secondo le generali regole del libero mercato).
Questo perché le banche si sarebbero erette come paladine del proprio contratto e avrebbero quindi messo in pratica comportamenti di ostruzione e di poca chiarezza per quanto riguarda la richiesta e la realizzazione di una qualsiasi surroga. Alcune indagine giornalistiche e delle associazioni dei consumatori, ad esempio, avrebbero confermato tale situazione.
Tuttavia, però, le banche hanno presentato ricorso in sede amministrativa e dopo alcune settimane, il tribunale amministrativo ha sentenziato che le banche o gli istituti di credito, invece, non hanno messo in campo nessun atteggiamento o comportamento atto a rendere difficile o impraticabile la richiesta e il processo di portabilità del mutuo da una banca all’altra.
La risposta dell’ Autorità garante della concorrenza e del mercato non si è fatta quindi attendere, ed è per questo che l’istituzione guidata da Catricalà ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato contro questa sentenza, riportando all’attenzione della società, la problematica della surroga dei mutui.
Fonte: Prestitoblog.it