Per i disoccupati e i cassintegrati l’ingresso al teatro è gratis, questa è l’iniziativa della Compagnia Stalker di Torino. Il settore della cultura in Italia versa in condizioni deprecabili, eppure gli addetti al settore non hanno intenzione di darsi per vinti. La compagnia piemontese, nei suoi trentacinque anni di vita e attività, si è sempre mostrata sensibile alla realtà sociale. È andata spesso incontro al proprio pubblico, coinvolgendolo all’interno degli stessi spettacoli.
Nell’ultimo periodo i comunicati stampa di Stalker presentano gli annunci di importanti sconti e agevolazioni sul prezzo dei biglietti, l’ultima delle quali ha dell’eclatante e prevede l’ingresso gratuito per chi non ha lavoro. Se l’iniziativa stupisce i più, senza ombra di dubbio non sorprende chi conosce bene la compagnia ed è abituato a prese di posizione e forti messaggi sociali, non da ultimo far partecipare ai propri spettacoli persone con disabilità mentale. Insomma, la cultura e lo spettacolo formativo del teatro non è cosa esclusiva di pochi privilegiati, lo sanno bene nel torinese in piene Vallette, dove ha sede la Compagnia nello spazio Caos di piazza Montale.
Gabriele Boccaccini ha parlato in nome della Compagnia Stalker spiegando i motivi e i fini della nuova proposta “Succede che ci sia gente che non può pagare l’ingresso, per quanto costi dai 7 ai 9 euro. Allora provvediamo noi. Crediamo che la cultura non debba vivere solo di sbigliettamento o dalla vendita di cibi e bevande nel bar del teatro. Non esiste solo il Pil, ma anche l’urgenza, la fame di arte, spettacolo, cultura.”
Si cade in errore pensando alla Compagnia Stalker come un’élite di artisti che naviga nell’oro, l’arte nel nostro Paese gode di scarsa considerazione da parte delle istituzioni, spiega ancora Boccaccini “Abbiamo finanziamenti ridotti del 50% rispetto a quattro anni fa, facciamo cinquanta titoli e cento repliche a stagione, siamo una trentina di persone che vivono come precari da sempre e sognano di avere lo stipendio di un operaio. Se i politici cercano un modello virtuoso si produttività, provino a guardare anche a una certa parte del mondo artistico e culturale.”