Chiuso almeno in primo grado il processo Thyssen, l’attenzione del procuratore aggiunto torinese Raffaele Guariniello si concentra ora anche sulle caraffe filtranti.
Quelle che avrebbero l’effetto di rendere pura l’acqua dei rubinetti nelle nostre case e che nei mesi scorsi sono state oggetto di pesanti campagne pubblicitarie in tutta Italia che inneggiavano alla comodità e al risparmio.
L’inchiesta fa seguito ad un esposto presentato da Mineracqua che voleva vederci chiaro e contestava i dati forniti dai produttori delle caraffe. E i primi riscontri sembrano darle ragione. Caraffe inutili nella miglior parte dei casi.
E soprattutto rischiano di peggiorare la qualità dell’acqua potabile: lo dicono gli esami di laboratorio ai quali sono state sottoposte nel febbraio scorso, e i cui dati sono stati trasmessi martedì dagli uffici di Guariniello al Ministero della Salute e all’Istituto superiore di Sanità che dovranno decidere quali provvedimenti prendere.
I reati ipotizzati dalla Procura sono quelli di frode in commercio e commercio di sostanze nocive per la salute pubblica anche se al momento non ci sono iscritti sul registro degli indagati.
In sostanza i risultati promessi dai produttori non ci sono: i livelli del cloro e la durezza dell’acqua che esce dai rubinetti in quasi tutte le città italiane sono già bassi, tabelle alla mano, e quindi non servirebbe a nulla il filtro a carbone attivo e resine presente nelle caraffe servirebbe a nulla.
In più nell’acqua esaminata dopo il filtraggio sarebbero stati riscontrati valori anomali, come il livello del Ph che cresce sino al 9,5 contro un limite fissato per legge a 6,5 e quindi con quest’acidità non diventerebbe più potabile. Inoltre sono state rilevate tracce di sodio, ammonio e potassio in valori superiori a quelli normalmente presenti. Non un rischio grave per la salute, ma nemmeno quel miglioramento che i produttori garantivano. Ecco il perché dell’inchiesta.
Per parte sua, chi produce e commercializza le caraffe si difende: come una ditta tedesca, leader mondiale nel settore, che cita i risultati dei ministeri competenti sia in Germania che in Austria. Secondo lei nessuno sostiene che l’acqua sia pura, ma sicuramente filtrata. In ogni caso il commercio è destinato a rallentare.