Fare di necessità virtù, ovvero l’arte di arrangiarsi. Un classico dell’italianità si declina, in tempi di crisi economica e tasche sempre più vuote, in un vero e proprio boom delle coabitazioni. Gli affitti hanno conosciuto negli ultimi dieci anni una crescita esponenziale: ebbene, la risposta degli italiani è stata flessibile e non ha riguardato – come in passato – soltanto gli studenti universitari.
Secondo i dati diffusi da Immobiliare.it, portale leader in Italia con oltre 450mila annunci di settore, il modesto livello degli stipendi (1.000 euro al mese il salario medio di un impiegato nel nostro Paese) ha spinto chi lavora nelle grandi città a condividere l’appartamento. Ben il 59% delle coabitazioni nelle principali città 39% a livello nazionale) si realizza ormai fra persone che già hanno un impiego. Appena due anni fa, infatti , le condivisioni di appartamenti fra lavoratori rappresentavano solo il 40% del totale.
Il dato è facilmente comprensibile se si pensa al costo per l’affitto di un monolocale in una di queste città. Per un monolocale a Milano si spendono 815 euro al mese, a Roma 755, a Firenze 710, a Torino 570, a Genova 490 e a Venezia il prezzo sale fino a 850 euro. «Nelle grandi aree metropolitane – commenta Carlo Giordano, amministratore delegato del gruppo Immobiliare.it – la coabitazione non è più solo un fenomeno studentesco. In questi tempi di crisi, poter dividere le spese condominiali e le bollette non è cosa da poco e questa soluzione abitativa consente un risparmio medio di 300 euro».
“Frammentare” l’immobile produce piu’ reddito
Tra i circa 400mila studenti universitari fuori sede la coabitazione è una realtà importante (il 61% delle condivisioni di appartamenti a livello nazionale si realizza proprio tra universitari) ed emerge che, nel 62% dei casi, si affittano camere singole, ma con il bagno in condivisione. Il costo medio è di 320 euro al mese e la dimensione oscilla fra gli 11 e i 15 metri quadri. Solo il 9% di chi affitta ha a disposizione una stanza di oltre 21 metri quadrati. Il canone di affitto, però, può anche essere molto maggiore. Dall’indagine è emerso che la città più cara è Milano (in media 503 euro al mese, spese condominiali incluse). Al secondo posto c’è Roma, dove per una stanza singola il prezzo richiesto è di 478 euro mensili, terza Firenze con 422 euro di canone mensile. Appena fuori dal podio, c’è Venezia; qui gli studenti pagano un canone di 409 euro.
La città universitaria più economica dello stivale è Cosenza, 200 euro per un posto letto in una stanza singola. Non va sottovalutato, però, un fenomeno purtroppo molto diffuso nelle città sedi di prestigiosi atenei: l’affitto in nero. Secondo alcuni dati, infatti, solo il 28% degli studenti fuori sede ha un contratto regolare.
Fonte: Ilsole24ore.com