Si potrebbe dire che i maiali siano ormai partiti alla conquista del mondo: se tra i bambini spopola il mito di Peppa Pig, in campo culinario arriva dall’Inghilterra la Pig Idea, un modo per risparmiare rispettando l’ambiente e la sana cucina. Stiamo parlando da un’iniziativa lanciata dalle personalità illustri britanniche, tra le quali spicca il famoso chef italiano Giorgio Locatelli; la loro proposta è tanto semplice quanto ecologica: nutrire i maiali con gli scarti derivanti dal cibo, non più con i mangimi a base di soia, costosi e anti-ecologici.
I promotori della Pig Idea hanno le idee ben chiare: “Viviamo in un mondo assurdo in cui i maiali non possono mangiare quello che si mettono nel piatto gli umani. E invece per fargli ingrassare abbattiamo la foresta pluviale, il polmone del pianeta.” I vip del mondo culinario britannico non solo promettono una migliore qualità della carne suina, ma evidenziano anche come in questo modo si trasformi lo smaltimento dei rifiuti umidi del cibo da problema a grande risorsa. In fondo non si tratterebbe altro che di un ritorno al passato, ovvero a quando i maiali venivano nutriti esclusivamente con gli scarti della tavola. Inoltre questa usanza non è decaduta nel mondo, restando ancora ben presente in grandi Paesi come gli Stati Uniti, la Cina, la Korea e il Giappone.
All’ipotesi ecologica si oppongono fortemente le associazioni inglesi degli allevatori, che denunciano come si rischierebbe di “causare l’epidemia di afta epizootica” che nel 2001 mise in ginocchio l’intero settore dell’allevamento suino: “il dramma sanitario costò 8 miliardi di sterline al Paese, la chiusura di diecimila fattorie e la macellazione di 6,5 milioni di animali.” I promotori della Pig Idea rigettano al mittente questa accusa, e mettono in risalto il fatto che usare gli scarti dei pasti andrebbe a ridurre di venti volte le emissioni di CO2, e porterebbe infine a un esponenziale risparmio dal momento che il 60-75% delle spese di un allevamento sono legate all’alimentazione.