Dopo il superamento della soglia massima di incentivi (6,7 miliardi di euro) prevista dal quinto e ultimo Conto Energia, il 2013 non sarà una buona annata per il settore del fotovoltaico, già messo a dura prova dalla crisi economica. La “fine degli incentivi” annunciata dagli esperti avrà una serie di conseguenze, fra cui il raggiungimento della Grid Parity (parità di mercato). Ma gli effetti non sono del tutto negativi. Basti pensare alla diminuzione e all’assestamento dei prezzi degli impianti sui valori reali di mercato, che porrà fine a preventivi “gonfiati” favorendo una nuova diffusione del fotovoltaico, sicuramente più accessibile per le famiglie italiane.
Inoltre, grazie alla possibilità di usufruire delle detrazioni fiscali, che vanno dal 36% al 50%, l’installazione sul proprio tetto di casa di un impianto fotovoltaico risulta ancora un ottimo investimento. Fatte le dovute differenze tra Nord e Sud Italia legate al fattore stagionabilità, che influenza notevolmente il rendimento dei dispositivi, i costi degli impianti variano a seconda della potenza scelta dall’utente:
- per un impianto standard da 3 kWp la spesa prevista è di 2300 – 3900 euro (più iva);
- Per un impianto da 6 kWp è di circa 4200 euro (più iva);
- per chi è interessato all’installazione detta “chiavi in mano” (compresa di tutto), l’offerta migliore presente sul mercato è quella di 6000 euro per un impianto di 3 kWp.
I vantaggi che si possono ottenere convertendosi al fotovoltaico sono innumerevoli, ma la scarsa informazione crea scoramento nelle famiglie italiane. Infatti, consultare un preventivo risulta complicato se non si hanno le giuste conoscenze. Ecco, quindi, alcuni consigli utili su come orientarsi sulla scelta dell’impianto più adatto alle singole esigenze.
- rivolgersi ad una persona di fiducia per un’analisi dell’effettiva convenienza e per la stesura del preventivo più adeguato;
- valutare i costi dei materiali comprensivi di quelli relativi all’installazione e comparare i benefici attesi;
- è necessario attuare un sopralluogo preliminare che possa garantire la risoluzione di eventuali ostacoli e la reale fattibilità del progetto;
- diffidare da costi troppo bassi o, al contrario, eccessivi rispetto alla media e considerare un rientro dei costi sostenuti, in un termine che va dai 6 ai 12 anni.