L’inflazione a novembre ha fatto registrare un piccolo salto all’indietro, ma si tratta di una variazione talmente bassa (è passata dal 3,4 di ottobre al 3,3%) che gli italiani non se ne sono nemmeno accorti. Anche perché i prodotti di più largo consumo, in compenso, sono rincarati praticamente tutti.
Un aumento generale che fa segnare un + 4,2% di spesa per le famiglie, il rialzo maggiore dall’ottobre 2008. E questo in attesa che entri definitivamente l’aumento dell’Iva dal 21 al 23% che è destinato giocoforza a far lievitare ancora di più i costi delle materie prima e di conseguenza quelli sostenuti dai consumatori.
Scendendo nel dettaglio, a novembre il prezzo della benzina è leggermente calato pur continuando a segnare aumenti annui complessivi a doppia cifra, fermandosi al +16,6% (ad ottobre era pari al +17,8%) mentre su base mensile ha segnato un aumento dello 0,2%. Nello stesso mese, come illustra l’Istat, il prezzo del gasolio per i mezzi di trasporto è salito del 21,1% (era il 21,2% di ottobre) crescendo sul piano congiunturale dell’1,6%.
In aumento anche i prezzi dei beni alimentari non lavorati (+1,5%) e dei beni energetici non regolamentati (+0,9%), con i maggiori tassi di crescita che hanno interessato i trasporti (+6,9%), l’abitazione con acqua, elettricità e combustibili (+6,3%), ma anche le bevande alcoliche e i tabacchi (+6,0%).
Tra i prodotti di consumo comune che hanno subito rialzi maggiori troviamo la frutta fresca, aumentata del 4,4%, ma anche la verdura che ha fatto registrare un rialzo del 5,9%, mentre il caffè è salito ‘solo’ dello 0,7% e lo zucchero dello 0,8%. Sono invece leggermente calate le spese per i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,1%), in particolare quelli ricettivi e di ristorazione (-1,4%), ma anche quelli relativi ai trasporti (-1,0%). In leggera flessione risultano i prezzi delle comunicazioni (-1,2%).
Ancora una volta le organizzazioni dei consumatori lanciano l’allarme sul caro vita. Secondo il Codacons con un’inflazione del 3,3% bisogna attendersi su base annua una stangata pari a 970 euro. E anche le associazioni degli agricoltori sono preoccupate: come la Coldiretti secondo la quale per i continui rincari un italiano su tre taglierà la spesa per il Natale.