In tempo di crisi le abitudini cambiano, gli italiani stanno reagendo bene tanto che nel nostro Paese gli sprechi alimentari sono colati a picco. Ha confermarlo è un indagine Coldiretti che evidenzia come due italiani su tre hanno ridotto, se non eliminato, lo spreco di cibo. Una nota di merito va aggiunta dal momento che una maggiore attenzione durante la spesa, così come in tavola, dà risultati importanti anche sotto il profilo del risparmio.
A riaprire il discorso della battaglia agli sprechi alimentari è stata la giornata di ieri organizzata a Torino: l’Eating city. Tremila persone hanno partecipato al pranzo gratuito offerto in piazza Vittorio Veneto, il pasto è stato completamente realizzato utilizzando prodotti in scadenza, tutto per dare il buon esempio. Durante la manifestazione sono stati proiettati i dati dell’Osservatorio di Last Minute Market ed Swg: in Italia mediamente viene sprecato il 15% del pesce acquistato, il 17% dei prodotti ortofrutticoli, il 28% di pane e pasta, il 29% di uova, il 30% di carne e il 32% di latticini. Nonostante la maggiore attenzione prestata al cibo, il Belpaese ne butta via ancora troppo, tanto che è stata calcolata una perdita di 1.693 euro l’anno per famiglia.
Quali sono le buone norme per migliorare la situazione? Lo spiega la Coldiretti analizzando i dati del suo studio “Tra gli italiani che hanno ridotto lo spreco, il 59% lo ha fatto utilizzando quello che avanza per il pasto successivo, il 40% riducendo le dosi acquistate e il 38% guardando con più attenzione la data di scadenza. Ma aumentano anche quanti vanno ad acquistare direttamente dal produttore nelle botteghe o nei mercati che garantiscono un miglior rapporto qualità prezzo.”