Questa volta il governo Monti l’ha fatta grossa, sarà ricordato come l’esecutivo della sobrietà e dei sacrifici, ma i 350 milioni di euro sottratti al fondo per l’assistenza alle persone gravemente non autosufficienti rischia di far presto dimenticare quel che di buono i tecnici hanno fatto. A ottobre la notizia dei tagli contenuti nel disegno di stabilità ha fatto insorgere i malati di sclerosi laterale amiotrofica e le loro famiglie, tanto che è stata formata l’Associazione 16 novembre. A nulla sono valse le rassicurazioni del ministro dell’economia Vittorio Grilli sulla copertura delle spese mediche, l’intervento di riparazione è stato giudicato poco più che un elemosina e intanto il segretario dell’associazione Salvatore Usala dichiara che i malati di Sla sono pronti a lasciarsi morire in diretta televisiva nel caso non si prendano seri provvedimenti.
La Sla non è una malattia per poveri e le risorse periodicamente stanziate per il fondo d’assistenza consentiva ai malati e alle loro famiglie, che spesso spendono le proprie giornate interamente ad accudire il proprio caro, di vivere una vita quanto meno dignitosa. La drastica riduzione voluta dal governo è un colpo duro quanto inaspettato, ma le persone che già son costrette a vivere difficoltà ben diverse dai problemi economici non ci stanno, e la loro clamorosa reazione è più che giustificata. Salvatore Usala è ben determinato nelle sue dichiarazioni “Non vi basta lo sciopero della fame, volete il morto in diretta tv e sarete accontentati. Il 21 novembre davanti al ministero dell’Economia alcuni malati in carrozzina, con tracheostomia, si presenteranno senza ventilatore polmonare di scorta, dopo 5-6 ore si scaricheranno le batterie e moriranno per soffocamento.”
Di fronte all’accusa di utilizzare metodi scorretti contro le istituzioni pubbliche, il direttore dell’associazione risponde sdegnato “Non è un ricatto, come dice l’assessore alla Sanità della Lombardia, nonché ex presidente di Aisla, è un diritto costituzionale dovuto. Meditate parlamentari e governanti. La nostra è una battaglia di Civiltà, dovete seguirci per dare una risposta di equità e per non diventare lo zimbello dell’Europa. Vogliamo vivere nella nostra casa, attorniati dai nostri cari, rifiutiamo le Rsa.”
Non bastano i 200 milioni stanziati dal governo a seguito delle proteste, per l’associazione 16 novembre il problema si sta sottovalutando “I partiti sono impegnati con le primarie, con la riforma elettorale anti-Grillo, con i saldi di bilancio. Sembra una partita a scacchi, ma tutti dimenticano la disperazione, la solitudine, la vita delle persone.”