Filippo Ferrua, presidente di Federalimentare, ha dichiarato che è necessario “spingere sul pedale dello sviluppo” e “alzare l’asticella della produzione e della competitività dell’agricoltura e dell’intera filiera” per far fronte ai disagi dei mercati.
Pertanto occorre che le scelte di politica economica realizzino “i presupposti della competitività non solo a valle della filiera agroalimentare, ma anche a monte, con le condizioni operative di approvvigionamento“. Inoltre gli aumenti dei prezzi delle materie prime agricole incidono sui prezzi alimentari al consumo e perciò potrebbe risultare bloccata “la leggera ripresa dei consumi alimentari attesa nel corso del 2010″.
In particolare – ha commentato il presidente di Federalimentare – si accresce così “il disagio delle fasce più deboli, ovvero delle platee di consumo con minore capacità di acquisto, delle famiglie per le quali i generi alimentari costituiscono parte cospicua della spesa quotidiana”.
Ferrua ha poi rimarcato che “una chiave fondamentale per sostenere la redditività e conseguentemente gli investimenti e l’innovazione in agricoltura e nell’industria alimentare risiede, al di là degli stessi sostegni PAC, in misure di salvaguardia e riequilibrio della filiera”.
Infatti la GDO “ha senza dubbio grandi meriti nel processo di modernizzazione del Paese”, ma “lo spostamento di dieci punti dall’agricoltura e dall’industria a favore della distribuzione e dei trasporti (avvenuto negli ultimi anni all’interno della catena del valore alimentare) è emblematico della compressione degli utili operata dai servizi distributivi, grazie al loro crescente peso contrattuale“. Ne deriva che “senza margini adeguati per i produttori è difficile proteggere il valore aggiunto e conseguentemente target qualitativi, politiche di marca, investimenti e innovazione“.
