I costi dello spreco del denaro pubblico

Quanto ci costano gli sprechi di denaro pubblico? In un dossier firmato dalla procura generale della Corte dei Conti la cifra totale sfiora i 300 milioni di euro, viene tra l’altro indicata tutta una serie di prodotti di un malcostume tipico d’Italia. Nel mirino dei magistrati non ci sono soltanto i frutti della cattiva gestione del Pubblico, ma anche i casi di truffe e infiltrazioni malavitose nelle istituzioni statali. In questi casi diventa essenziale la collaborazione con le Fiamme Gialle.

Dopo i miliardi di euro gettati al vento per il malaugurato progetto sullo stretto di Messina, ecco adesso finire sotto accusa la costruzione di un nuovo ponte, questa volta effettivamente realizzato. Siamo a Venezia, qui l’ultima opera dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava, originariamente dedicata alla Costituzione, sta passando alla storia come “il ponte che fa scivolare”. Numerosi gli incidenti verificatisi sulla struttura tanto che la Corte dei Conti si è espressa duramente rilevando “comportamenti colpevoli del progettista e del direttore dei lavori.” Intanto il danno all’erario ammonta a 3,476 milioni di euro.

Casi emblematici sono quelli del tipo verificatosi in Emilia Romagna, in provincia di Bologna è stato acquistato il palazzo dell’ufficio Inail, il locale è ancora inutilizzato mentre lo sforzo economico è di 3,3 milioni di euro. Logica non dissimile è quella degli sprechi in Sardegna, nell’isola sono state acquistate delle imbarcazioni soltanto per poterle in un secondo tempo ormeggiare e non usare “essendo carente il personale per la conduzione dei mezzi.

Ci sarebbe materiale per riempire un’intera enciclopedia di sprechi, basti pensare per ultimo ai danni della cattiva gestione del personale nel comune di Firenze: dei non meglio individuati “premi a pioggia” che hanno sottratto alle casse dello Stato ben 50 milioni di euro. Nel stilare l’elenco delle nefandezze la Corte dei Conti ha considerato unicamente “le fattispecie di particolare interesse, anche sociale, rilevanti per il singolo contenuto e per il pregiudizio economico spesso ingente”, insomma i casi più eclatanti e dispendiosi.

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