Bot e CcTeu, l’Italia chiede credito agli investitori

Quanto credono ancora gli investitori, non solo quelli italiani, nei nostri Bot? Una risposta chiara si avrà già domani in quella che è diventata la scadenza più attesa e potenzialmente più devastante dell’ultimo periodo per l’economia italiana visto che saranno messi in vendita i Buoni Ordinari del Tesoro semestrali con scadenza 31 marzo 2012.

Bot e Ctz: rendimenti in ascesa

Nell’odierna asta di Buoni Ordinari del Tesoro (Bot) e di Certificati di Credito del Tesoro Zero Coupon (Ctz), disposta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, i rendimenti sono tornati a salire seppur in maniera contenuta ed a fronte di una domanda che continua ad essere molto elevata. Nel dettaglio, per i Bot a sei mesi, il rendimento lordo in asta è stato pari allo 0,628%, in rialzo di 0,076 punti percentuali rispetto all’asta precedente; il Tesoro ha collocato 9,5 miliardi di Bot semestrali a fronte di una domanda superiore al livello dei 14 miliardi di euro.

Rendimenti Bot stabili, in disce quellidei Ctz

Si è chiusa nel segno della stabilità dei rendimenti l’asta di Buoni Ordinari del Tesoro (Bot) semestrali offerti ieri dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per un importo complessivo pari a 10 miliardi di euro; il tasso lordo si è infatti attestato allo 0,552%, con un rialzo di appena due millesimi percentuali rispetto all’asta precedente; la domanda, come sempre, è stata elevata e superiore al quantitativo offerto.

Bot e CTZ: rendimenti ai minimi

Il rendimento lordo per il Bot semestrale al netto delle imposte e delle commissioni di acquisto dei titoli si attesta al di sotto del mezzo punto percentuale. Per quanto riguarda i Ctz la Banca d’Italia ha comunicato che nell’asta odierna dei Bot con scadenza 29 gennaio 2010 il rendimento è stato pari allo 0,594%, toccando così il record minimo.

BOT e CTZ: rendimenti ormai bassissimi

I rendimenti sui titoli di Stato italiani con scadenze brevi si stanno sempre di più avvicinando allo “zero”, con la conseguenza che i risparmiatori amanti dei titoli pubblici si devono accontentare di interessi sempre più ridotti all’osso. L’odierna asta di titoli di Stato, non a caso, ha fatto registrare l’ennesimo calo dei rendimenti anche a fronte di una domanda elevata rispetto allo stock di titoli offerti dal Tesoro.