L’inflazione rallenta a febbraio

L’Istat ha diffuso i dati sull’inflazione nel mese di febbraio: i segnali sono finalmente confortanti visto che l’incremento sembra un po’ arginato.
La conferma arriva dai prezzi al consumo che sono aumentati solamente dello 0,1%, rispetto all’1,3% di gennaio, in pratica sugli stessi livelli del primo mese del 2010.
Le previsioni comunicate ai primi di marzo sono state confermate quindi.

Adiconsum: necessaria detassazione dei redditi delle famiglie

I dati dell’inflazione sono continuati a salire anche nel 2009, con un eloquente + 0,8%, ma nel 2010 il carovita dovrebbe raggiungere livelli ancora maggiori, fino ad arrivare comunque sempre oltre l’1%.
In corrispondenza dell’aumento dei prezzi, non vi è però un proporzionale incremento dei redditi delle famiglie, in modo tale da evitare qualsiasi diminuzione del potere di acquisto.
Al contrario, l’occupazione raggiunge livelli preoccupanti: per questi motivi, il 2010 degli italiani rischia di essere ancora peggio del 2009.

Dalla lira all’euro, una perdita pari a 9.000 euro a famiglia

Dall’ufficiale entrata in vigore dell’euro il 1 Gennaio 2002, si è verificato un progressivo indebolimento economico delle famiglie italiane che hanno subito una decurtazione economica finanziaria pari a 9.000€ in sette anni.

Questo è il bilancio emerso dalle ricerche condotte da Adusbef e Federconsumatori, che hanno condotto un monitoraggio volto a verificare i rincari applicati a circa 99 prodotti scelti tra beni e servizi d largo consumo.

Inflazione in crescita ad ottobre

A causa dell’aumento dei prezzi nel settore dei servizi, in Italia per il mese corrente l’inflazione è tornata a salire; l’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, in base alla stima preliminare, ha infatti rilevato che ad ottobre l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,3% su base annua e dello 0,1% rispetto allo scorso mese di settembre.

Finanziaria: pressione fiscale al 43% nel 2009, al 42,5% nel 2010

La pressione fiscale si attesterà quest’anno al 43% e scendera’ nel 2010 al 42,5%. E’ quanto si legge nella Relazione Previsionale e Programmatica per il 2010 diffusa dal ministero dell’Economia in concomitanza con la finanziaria che rivede al ribasso le stime del Dpef, dove si indicava una pressione fiscale al 43,4% per quest’anno e al 43% per il 2010.

Il costo del grano è sceso del 28% ma prezzi di pane e pasta sono in crescita

I prezzi di pane e pasta ricominciano a salire, ma per i produttori il margine di guadagno è sempre più risicato. La denuncia viene dalla Coldiretti, che rileva: “E’ scandaloso l’aumento di pane e pasta mentre il grano viene pagato oggi agli agricoltori il 28% in meno dello scorso anno”. Infatti, in base ai dati sull’inflazione nel mese di agosto pubblicati dall’Istat, rispetto all’agosto dell’anno scorso i prezzi al consumo di pane, pasta e cereali sono aumentati dell’1%, un tasso nove volte superiore al valore medio dell’inflazione.

I prezzi calano, ma c’è il timore inflazione per i prossimi anni

Il timore di una forte ondata inflazionistica nei prossimi anni sta progressivamente sostituendo, almeno in molti analisti, operatori ed investitori, quello di un collasso generalizzato del sistema bancario (e quindi di conseguenza di tutta l’economia). Sono sempre più numerose infatti le previsioni di un forte aumento della crescita dei prezzi, in conseguenza sia della grande disponibilità di massa monetaria messa a disposizione delle banche centrali, sia del notevole aumento del debito dei paesi sovrani. 

Inflazione: a luglio non è variata. Situazione comoda per i consumatori, non per le imprese

Negli ultimi mesi in Italia l’indice del carovita ha fatto registrare mese dopo mese una lenta ma progressiva discesa, con prezzi sempre più “freddi” anche a causa della contrazione dei consumi e della conseguente minor domanda di beni e servizi. Ebbene, per il corrente mese di luglio, l’ISTAT, Istituto Nazionale di Statistica, ha reso noto che la stima provvisoria sull’inflazione registra una variazione mensile pari a zero, in netto calo rispetto al +0,5% del mese di giugno.

Italia: crolla l’export e il Pil crolla

Sullo sfondo della sua “debole competitività”, l’Italia é tra i Paesi Ocse più colpiti dal calo dell’export (-20,9% nel 2009) assieme a Giappone e Germania, scrivono gli economisti dell’Ocse. Ma anche la domanda interna continuerà a diminuire nel 2009 (-4,2%) per riprendersi solo leggermente nel 2010 (+0,3%). Una situazione che porta l’Ocse a stimare un calo del Pil del 5,5% nel 2009.

Draghi: urgente accrescere i consumi

Le affermazioni di Draghi in occasione dell’assemblea annuale della Banca d’Italia confermano, purtroppo, la realtà drammatica in cui si trova il Paese e contribuiscono a far conoscere agli italiani le vere condizioni della nostra economia.
La profonda crisi in atto, infatti, determinerà in Italia una caduta del PIL del 5%. A questo dato estremamente allarmante si aggiungono: una forte contrazione dei consumi, un forte aumento della cassa integrazione e del tasso di disoccupazione, il tutto accompagnato da un tasso di inflazione che si conferma positivo allo 0,9%.

BOT e CTZ: rendimenti ormai bassissimi

I rendimenti sui titoli di Stato italiani con scadenze brevi si stanno sempre di più avvicinando allo “zero”, con la conseguenza che i risparmiatori amanti dei titoli pubblici si devono accontentare di interessi sempre più ridotti all’osso. L’odierna asta di titoli di Stato, non a caso, ha fatto registrare l’ennesimo calo dei rendimenti anche a fronte di una domanda elevata rispetto allo stock di titoli offerti dal Tesoro.