“Caro Spreco” quanto mi costi?

La situazione in cui versano le finanze degli italiani è ben nota tutti, il carovita ha impoverito numerose famiglie, l’inflazione ha superato il 2%, il potere d’acquisto continua a calare e l’inquinamento sembra iniziare ad assediarci senza lasciarci tregua.

Una condizione, questa, che comincia a compromettere seriamente la stabilità economica e sociale di numerosi nuclei familiari.

Osce, Italia in ripresa moderata

Nell’Economic Outlook uscito oggi e curato come al solito dall’Ocse, l’osservatorio ha mostrato un cauto ottimisto nei confronti del nostro paese, definito a più riprese una delle zavorre d’europa. L’Italia sembre essere finalmente in un tunnel positivo a lungo termine, siamo in una fase di cauta crescita che dovrebbe nei prossimi anni portare a valori molto più positivi di quelli registrati oggi e che verranno registrati a seguire.

La crisi più pesante al Nord per colpa dell’industria

La crisi ha fatto molti più danni al Nord e, in particolar modo, nel Nord Ovest.
I dati provengono dalle statistiche fornite dall’Istat e si riferiscono alle variazioni del prodotto interno lordo dell’Italia.
Il Pil ha registrato una flessione pari al 6% nel Nord-Ovest, del 5,6% nel Nord-Est, del 3,9% nel Centro e di 4,3 punti percentuali, infine, nel Sud: la media nazionale si è aggirata intorno al -5%.

Italia: la ripresa è più lenta rispetto agli altri paesi europei

Continua su un binario di lenta ripresa l’economia italiana.
Nel secondo trimestre del 2010, il prodotto interno lordo ha registrato un balzo in avanti, in termini reali, pari allo 0,5%. E’ passato ormai un anno dal termine della recessione e il nostro Pil è riuscito a recuperare 1,2 punti percentuali in confronto ai circa 6,8 che sono stati lasciati per strada per colpa della congiuntura economica sfavorevole.

Confindustria: Italia più povera rispetto a due anni fa

All’orizzonte dell’economia italiana, si stanno addensando diversi nuvoloni carichi di pioggia.
Il Centro Studi di Confindustria ha infatti stimato che il 2010 terminerà con circa 480 mila persone occupate in meno in confronto a due anni.
Il prodotto interno lordo del nostro paese, inoltre, registrerà una crescita minore rispetto alle previsioni fatte ad inizio anno.
In base a questi dati, sarà doveroso pazientare fino al 2013 prima di registrare di nuovo un’economia italiana in crescita come nel 2007, prima della grave crisi mondiale.

Ocse: l’Italia fanalino di coda per quanto riguarda il Pil

Nel prossimo futuro la ripresa dovrebbe proseguire con un certo equilibrato, affrontando sempre un ambiente caratterizzato dall’incertezza.
E’ quanto comunica la Banca Centrale Europea nel consueto bollettino del mese di settembre.
Nello stesso momento in cui dall’Ocse giunge un giudizio molto duro sull’Italia, che si classifica all’ultimo posto in relazione al Pil nel G7 nella seconda metà del 2010.

Ocse: la crescita tedesca trascina il Pil di tutta l’Europa

Il Pil all’interno dell’area Ocse ha registrato un aumento dello 0,7% nel secondo trimestre del 2010, mantenendosi quindi sui livelli del primo trimestre, mentre su base annuale il prodotto interno lordo ha subito un incremento pari al 2,8%. La Germania e l’Inghilterra sono i paesi leader nella crescita del Pil, mentre la ripresa cala in Giappone e negli Usa, secondo quanto comunicato dall’Ocse.

Istat: quanta economia sommersa tra lavoro in nero e fatture al ribasso

Nel corso del 2009 si sono registrati più di due milioni e 966 mila lavoratori non regolari, occupati, nella maggior parte dei casi, come dipendenti: un numero in costante aumento rispetto all’anno precedente. Nel 2008 il valore aggiunto che è derivato dalla produzione nell’area del sommerso economico è stato pari ad un importo compreso tra 255 e 275 miliardi di euro.

Bankitalia: bene la manovra, anche se il Pil calerà dello 0,5%

Con un livello paritario di tutte le altre condizioni, il biennio 2011-2012 potrebbe riservare al nostro paese, grazie alla manovra messa in atto dal governo, la riduzione della crescita del Pil, su termini che si aggirano intorno allo 0,5%, se non di più, mediante una compressione effettuata sui consumi e sugli investimenti.
E’ quanto sostenuto dal direttore della ricerca economica di Bankitalia, Salvatore Rossi che, parlando al Senato, ha sottolineato come gli effetti della finanziaria sui prezzi al consumo non sarebbero di grande impatto: è in pratica quanto affermato anche dalla Corte dei Conti e dall’Istat.