Italia: crolla l’export e il Pil crolla

Sullo sfondo della sua “debole competitività”, l’Italia é tra i Paesi Ocse più colpiti dal calo dell’export (-20,9% nel 2009) assieme a Giappone e Germania, scrivono gli economisti dell’Ocse. Ma anche la domanda interna continuerà a diminuire nel 2009 (-4,2%) per riprendersi solo leggermente nel 2010 (+0,3%). Una situazione che porta l’Ocse a stimare un calo del Pil del 5,5% nel 2009.

Draghi: urgente accrescere i consumi

Le affermazioni di Draghi in occasione dell’assemblea annuale della Banca d’Italia confermano, purtroppo, la realtà drammatica in cui si trova il Paese e contribuiscono a far conoscere agli italiani le vere condizioni della nostra economia.
La profonda crisi in atto, infatti, determinerà in Italia una caduta del PIL del 5%. A questo dato estremamente allarmante si aggiungono: una forte contrazione dei consumi, un forte aumento della cassa integrazione e del tasso di disoccupazione, il tutto accompagnato da un tasso di inflazione che si conferma positivo allo 0,9%.

Turismo, Berlusconi: Raddoppiare Pil del settore in 4 anni

Il Governo punta a raddoppiare il Pil nel settore del turismo nei prossimi quattro anni, Pil che oggi è pari all’11% del totale. Questo l’obiettivo indicato da Silvio Berlusconi nel suo intervento alla cerimonia di
inaugurazione del Policlinico San Donato. “L’Onu indica il turismo tra i settori in forte crescita nei prossimi anni proprio insieme a quello della sanità.

Confindustria prevede un calo del 3,5% del Pil nel 2009

La Confindustria rivede al ribasso le stime sul Pil 2009 ma è ottimista sulla ripresa dell’economia già a partire dalla seconda metà dell’anno. Il Centro studi della Confindustria prevede per il 2009 un calo del prodotto interno lordo del 3,5%, molto peggiore delle stime di dicembre (-1,3%) e anche delle previsioni fatte a febbraio (-2,5%). Timidi segnali di ripresa sono attesi dagli imprenditori italiani già nella seconda metà di quest’anno ma la crisi economica tra metà 2008 e metà 2010 costerà la perdità di 507.000 posti di lavoro.

L’euro a quota 1,3 dollari

Brusco rialzo dell’euro dopo la diffusione del dato sull’inflazione europea, tornata a salire in febbraio (+1,2%) e quindi, secondo la chiave di lettura del mercato, in grado di ridurre i margini di manovra espansiva della Bce. La divisa europea ha così riconquistato quota 1,30 dollari per la prima volta dal 29 gennaio, segnando un massimo di 1,3038 (1,2894 venerdì).

Stanziamento di fondi per le opere pubbliche

È infine arrivata la conferma da parte del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli per quanto riguarda lo stanziamento in favore delle cosiddette “grandi opere”: il Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) ha infatti provveduto alla distribuzione dei rimanenti 18 miliardi di euro del Fondo Aree Sottoutilizzate, dopo che già nello scorso mese di dicembre lo stesso ministero aveva ricevuto altri 7,3 miliardi.

Federalismo sanitario: l’Italia si divide

Introdotta nel 2001 la riforma del sistema sanitario ha ianugurato nel nostro paese una sorta di federalismo regionale, acutizzando però la distanza tra regioni virtuose e amministrazioni fortemente indebitate. Si riconferma dunque il quadro di un’Italia a diverse velocità secondo quanto emerso dalla sesta edizione del Rapporto Osservasalute (2008), un’approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualita’ dell’assistenza sanitaria nelle Regioni italiane, presentata ieri al Policlinico Gemelli di Roma.

Nel 2009 il Pil si contrarrà del 2%

ROMA – Previsioni fosche per l’economia italiana. «Valutiamo che, tenendo conto delle misure di sostegno alla domanda decise dal governo, il Pil si contrarrà del 2% nella media del 2009». Lo afferma Bankitalia nel suo bollettino economico sottolineando come la previsione «tiene conto della caduta, superiore alle attese, della produzione industriale nell’ultimo corcio del 2008, in particolare il dato di novembre» diffuso mercoledì.

Crisi mercati: dai leader Ue impegno che vale l’1,5% del Pil

L’adozione del pacchetto clima, del piano anti-crisi preparato dalla Commissione europea e dell’intesa con l’Irlanda che fa ripartire il cammino delle riforme previste dal trattato di Lisbona ribalbano l’immagine di un’Unione ingessata e iperburocratica, incapace di agire e reagire davanti a una «crisi economica e finanziaria globale» e alla minaccia di «una recessione».