Da una parte la volontà del governo di calmierare il prezzo dei carburantiistituendo un ‘borsino’ che preveda listini settimanali. Dall’altra i continui rialzi che puntualmente si confermano anche questa settimana.
E in mezzo i gestori delle pompe che hanno annunciato un pacchetto di quindici giorni di sciopero.
Quella di benzina e gasolio è una situazione che resta esplosiva, soprattutto in una fase di crisi economica come ai giorni nostri.
Così nella bozze del Decreto Sviluppo è stato inserito anche un provvedimento che vieterà alle compagnie petrolifere di gestire in proprio i prezzi dei carburanti alle pompe e imporrà la nascita di una ‘borsa dei carburanti’.
Un provvedimento varato “al fine di garantire un assetto maggiormente concorrenziale del mercato nazionale dei carburanti per uso di autotrazione e di assicurare il contenimento dei prezzi di vendita al consumo, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, il Gestore dei mercati energetici Spa, definisce un mercato organizzato all’ingrosso dei carburanti, secondo i principi di neutralità, trasparenza e concorrenza, nel quale sono negoziati, con listini almeno settimanali, prodotti petroliferi destinati all’autotrazione».
Inoltre con la prospettiva di “favorire le dinamiche concorrenziali e l’efficienza della rete di distribuzione dei carburanti”, entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge le gestioni degli impianti di distribuzione non potranno essere esercitate da soggetti attivi (a vario titolo, anche attraverso loro controllate) che si occupino di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, ma anche raffinazione, importazione o commercializzazione di prodotti finiti, produzione o commercializzazione di benzine, petroli, gasoli per usi correnti ma anche diversi da quello di autotrazione.
In linea di principio un passaggio dal quale dovrebbero guadagnarci i cittadini che intanto devono incassare gli ennesimi aumenti. Secondo la consueta tabella di Quotidiano Energia il prezzo medio per litro della benzina nel ‘servito’ va da 1,628 di Esso a 1,635 di Shell, con i ‘No Logo’ a 1,543, mentre per il diesel si passa dall’1,527 di Esso all’1,533 di Shell, (i ‘No Logo’ a 1,427). Il Gpl invece varia tra lo 0,720 euro/litro di Eni e lo 0,735 di Q8 con i ‘No Logo a 0,715.
E sullo sfondo incombe anche la minaccia dei benzinai che imputano al governo di non aver ancora liberalizzato il settore e aver cancellato il bonus che riconosceva il ruolo di sostituto di imposta ricoperto dalla categoria. Così sarebbero a rischio fallimento circa 25.000 piccole imprese e soprattutto potrebbero rimanere senza lavoro 140.000 addetti. E’ stato deliberato quindi uno sciopero a tappeto per un totale di 15 giorni, i primi dei quali salvo accordi diversi saranno l’8, 9 e 10 novembre prossimi. Occhio quindi alle pompe e soprattutto ai rincari preventivi che potrebbero verificarsi nei giorni precedenti.