Inflazione a luglio, guida la Valle d’Aosta

Per una volta la più piccola diventa anche la più cara.
Gli ultimi dati Istatsull’inflazione relative a luglio, infatti, mettono in testa a tutte le regioni italiane la Valle d’Aosta nella quale più che da ogni altra parte in Italia il mese che si è appena concluso ha fatto registrare un’escalation notevole, non in linea con la media nazionale.

Si parla infatti di un +3,9% a fronte di un tasso nazionale che si attesta al 2,7%. Il boom nei rincari fatto registrare in Vallée trascina al primato il Nord che si trova così a guidare la classifica delle regioni con maggiore tasso d’inflazione, al pari del Centro Italia con una media del 2,9% mentre la crescita è stata minore nelle Isole e al Nord Est con un 2,6% e il Sud viaggia praticamente in mezzo con il suo 2,7%.

Sotto la Valle d’Aosta, ma decisamente staccata, è la Puglia che ha fatto registrare una crescita dei prezzi pari al 3,3%, dato appena superiore a quello del Lazio, fermo a 3,2%, che completa un podio poco invidiabile. Nelle ultime posizioni della classifica invece troviamo il Trentino Alto Adige con il 2,4% ma meglio hanno fatto Campania, Molise e Veneto nei quali l’andamento dei prezzi è stato più moderato registrando un’ascesa pari solo al 2,2%.

Ancora una volta il settore che maggiormente pesa sulle tasche degli italiani è quello legato a tutte le spese relative alla casa, dai combustibili all’elettricità passando per acqua e tasse rifiuti. Qui la Valle d’Aosta è decisamente avanti a tutte le altre con rincari che hanno toccato l’11%, seguita da Basilicata e Friuli. Male anche il settore trasporti, con aumenti notevoli soprattutto in Sardegna grazie anche ai traghetti che complessivamente hanno fatto salire l’inflazione specifica del 7,4%.

Andando ad analizzare più approfonditamente gli altri singoli capitoli di spesa degli italiani scopriamo ad esempio che comprare alimentari in Lombardia è diventato difficile, visto che è la regione con i maggiori rincari pari al 3,3% mentre molto più convenienti sono state Sicilia (aumento dell’1,3%) e soprattutto Molise (record con un 1,1%). Per l’abbigliamento invece nelle Marche si è persino registrato un calo dello 0,5%, con l’Emilia Romagna che è salita soltanto dello 0,5% mentre in Puglia è stato un salasso pari al 3,3%.

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