L’ Istat ha reso noto che il tasso di disoccupazione giovanile è salito a marzo al 28,6% (aumento di 0,3 punti percentuali su base mensile e di 1,3 punti percentuali su base annua). L’ istituto nazionale di statistica ha poi comunicato che ad aprile è cresciuta l’inflazione.
L’indice dei prezzi infatti è salito al 2,6% (2,5% a marzo, un aumento dei prezzi dello 0,5% su base mensile) e inoltre l’aumento dell’inflazione è da ricondurre ai trasporti e ai beni energetici non regolamentati.
Fluvio Flammoni, segretario confederale della Cgil ha dichiarato che “una disoccupazione sopra l’8% si conferma come un dato strutturale che fra l’altro continua a peggiorare nella sua qualità: la crisi continua in maniera grave e pervasiva, mentre la ripresa stenta e si conferma fallimentare l’azione del governo“.
Pertanto “in questa situazione il conto più salato” – ha proseguito Flammoni – “lo stanno pagando i giovani“, in quanto la disoccupazione è “costantemente fra il 28 e il 30% e la nuova occupazione è unicamente fatta di lavoro precario che ormai riguarda l’80% delle nuove assunzioni: per loro nessun atto concreto se non l’accusa di non accettare qualsiasi lavoro e di studiare per troppo tempo”.
Il Pd ha voluto rimarcare che “il dramma dei giovani, quasi 30 su 100 senza lavoro, non entra neanche nell’agenda dei ministeri e restano soltanto annunci il piano nazionale per l’occupabilità o le spese deliberate per la promozione di apprendistato o a sostegno dell’occupazione dei lavoratori svantaggiati, dei disoccupati di lungo periodo: il ministro Sacconi che programma una ‘festa del futuro’ per il 25 maggio è lo stesso che accusa i giovani di atteggiarsi a vittime, ma quel dato del 28,6% di disoccupazione associato all’impressionante numero degli scoraggiati che neanche cercano più lavoro, dovrebbe stare a ricordargli il fallimento di tutte le sue politiche”.