La crisi finanziaria ed economica ha cambiato radicalmente, in Italia ed in Europa, le abitudini di consumo degli italiani e dei cittadini comunitari, i quali riguardo ai prezzi per il trasporto aereo sono diventati più selettivi, più attenti ai costi e più propensi a viaggiare, escludendo i viaggi necessari e non rinviabili, solo in presenza di prezzi scontati.
E così, sebbene la crisi abbia contribuito al calo dei passeggeri e del flusso negli aeroporti, il mercato dei voli low cost registra un andamento incoraggiante che è destinato molto probabilmente ad “esplodere” nel momento in cui su scala internazionale il ciclo economico invertirà la rotta passando dalla recessione alla crescita, seppur moderata, del ciclo.
Nell’attesa, i più importanti vettori europei si stanno “organizzando” sfruttando la crisi come opportunità e mettendo in campo sinergie, azioni di efficientamento e di riduzione dei costi che, tra l’altro, hanno portato compagnie aeree come la Ryanair a studiare misure che sono state messe in risalto dalla stampa nazionale ed internazionale.
E così i vettori, grandi o piccoli, studiano nuove rotte e nuove offerte diversificate, puntando sul contenimento dei prezzi da offrire ai potenziali viaggiatori e tralasciando l’offerta di servizi supplementari che in passato magari molti clienti, in testa i manager e gli uomini d’affari, non si lasciavano sfuggire, e di cui ora se ne può fare a meno. A conti fatti, quindi, il volo in “business class” è diventato un lusso che, in tempi di crisi, non crea più i margini di guadagno di un tempo alle compagnie aeree.
Fonte: Vostrisoldi.it
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