Da oggi e per i prossimi tre anni gli stipendi dei dipendenti statali dovranno fare i conti con una perdita media di 1700 euro.
Questi soldi, che sarebbero stata naturale conseguenza dei rinnovi contrattuali e degli avanzamenti di carriera, sono stati tolti dalla nuova manovra correttiva del Governo.
I redditi degli statali verranno così bloccati, a prescindere dal costo della vita.
Una manovra che non presenta grandi tagli, ma un numero considerevole di freni, che spazia in settori dalla sanità alla scuola, dalla magistratura agli enti locali.
Secondo le stime della Fic-Cgil, alla fine di questa manovra, l’Università avrà 26500 precari in meno, di cui 20 mila sono insegnanti a contratto.
Una riduzione dei soldi, ma anche della formazione, visto che la manovra auspica da gennaio 2011 il taglio del 50% delle risorse destinate alla scuola.
Per quanto riguarda gli stipendi, è anche facile fare i conti: i rinnovi contrattuali del pubblico impiego, sono legati all’indice Ipca, con gli effetti della manovra, subiranno una perdita media, nei tre anni, di 1700 euro lordi.
Anche per i magistrati la situazione è tesa: in base alle stime dell’Anm, la perdita negli stipendi arriva fino a 18mila euro lordi: i tagli si concentreranno in particolar modo sui magistrati con una buona anzianità alle spalle, con il calo del 5% degli stipendi che superano i 90 mila euro, anche se bisogna sottolineare come il blocco della progressione economica andrà ad incidere soprattutto sulle nuove leve.