Il decreto legge incentivi probabilmente vedrà oggi la luce sulla Gazzetta Ufficiale, ma più che verso la conversione “autonoma” si potrebbe trattare di un decreto “a perdere”, visto che la norma a regime sarebbe trasposta nel testo in conversione del decreto milleproroghe all’esame del Senato. Rispetto al testo reso noto nei giorni scorsi però dovrebbero entrare le norme sulle aggregazioni aziendali, ma non è chiaro se già nel testo del Dl o nell’emendamento al milleproroghe. Inoltre si fanno insistenti le voci di alcuni cambiamenti, come la riduzione del periodo su cui spalmare la detrazione da dieci a cinque anni, con l’aumento dell’importo massimo a 400 euro all’anno, e l’ingresso dello sconto anche per i televisori e i computer da tavolo. da sottolineare che i cosiddetti desktop sono una porzione minoritaria del mercato pc. Ora il computer per antonomasia è il notebook.
Nella giornata di oggi è possibile che arrivi anche il maxi emendamento governativo aggiuntivo per il Dl milleproroghe che recepisce il Dl incentivi. Circostanza confermata dal relatore a quest’ultimo provvedimento, Lucio Malan (Pdl), che afferma: «C’è questa possibilità e probabilmente già domani (oggi per chi legge, ndr) il Governo potrebbe presentare l’emendamento». In questo modo il Dl entrerebbe subito in vigore, ma la sua conversione avverrebbe in tempi rapidi (il Dl milleproroghe deve essere convertito entro il prossimo 1° marzo) e soprattutto senza possibilità di modifiche in sede di esame parlamentare.Il Dl poi a seconda di come verrà ritenuto opportuno potrà essere ritirato o, come si dice, lasciato “a perdere” (anche se in quel caso ci sarebbero due norme identiche in vigore).
Le norme sulle aggregazioni si accompagnerebbero alla ripresa delle regole sui distretti, già varate dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nel corso della XIV legislatura e poi di fatto abbandonati dal Governo di centro-sinistra.
Quanto al funzionamento del bonus versione 2009 le regole che dovrebbero essere varate ricalcano in gran parte quelle previste dalla Finanziaria 2007 che sono state applicate nel biennio 2007-2008. A essere agevolate solo le operazioni (fusioni e scissioni che generano disavanzi da concambio, oppure conferimenti di azienda) effettuate tra soggetti assolutamente indipendenti, cioè che, nel biennio anteriore alla riorganizzazione, non avevano legami societari neppure indiretti. Le società coinvolte nell’aggregazione, inoltre, devono essere state, nel medesimo periodo biennale, “operative” (cioè superare il test delle società di comodo). La nuova norma è limitata, a differenza di quella precedente, alle Pmi (fatturato non superiore a 50 milioni, con un attivo fino a 43 milioni e con non più di 250 dipendenti). Il beneficio consiste nell’affrancamento gratuito dei maggiori valori iscritti sulle immobilizzazioni materiali e immateriali, e dunque nella possibilità di dedurre gli ammortamenti stanziati in bilancio dopo l’aggregazione. Il riconoscimento fiscale non può eccedere comunque l’importo di 10 milioni. In pratica, le società che si avvalgono del bonus aggregazioni ottengono gli effetti che si avrebbero assoggettando i valori rivalutati all’imposta sostitutiva sulle operazioni straordinarie introdotta dalla legge 244/07 (aliquote 12-14-16 per cento). Il risparmio fiscale ottenibile con la disposizione è dunque pari al 12% (primi 5 milioni) – 14% (ulteriori 5 milioni) dell’ammontare affrancato, con un beneficio massimo di 1,3 milioni di euro. Resta il vincolo, per quattro anni, di non effettuare ulteriori operazioni straordinarie e di non cedere i beni rivalutati, pena la decadenza dall’agevolazione (salvo interpello). Rispetto alle norme in vigore fino al 2008, scompare la necessità dell’interpello preventivo al Fisco.
Fonte: Ilsole24ore