Cgil, una tassa per i super ricchi

Una tassa ordinaria sulle grandi ricchezze – sulla scia del modello francese – con una previsione di imposta mediamente dell’1,0% a carico delle famiglie con una ricchezza complessiva sopra gli 800mila euro: questa la proposta della Cgil per un gettito annuale di quasi 18 miliardi di euro.

Si tratterebbe di una tassa “che colpirebbe solo il 5% più ricco e ricchissimo della popolazione italiana e che non toccherebbe nessun altro ceto e reddito: sarebbero infatti soggetti a tale imposta tutte le famiglie la cui ricchezza complessiva, mobiliare e immobiliare, superi gli 800mila euro l’anno al netto dei mutui e delle altre passività finanziarie”; allo stesso tempo “ne sarebbero esclusi tutti coloro che, pur essendo proprietari di una o più abitazioni, nonché depositi in conto corrente, titoli di Stato o altre obbligazioni, non raggiungano il limite indicato”.

Quella che in Francia si chiama tassa sulle fortune è dunque una delle idee del più grande sindacato italiano per avere un fisco più giusto e, oltre a creare ingenti risorse per la collettività, “avrebbe anche un effetto in termini di equità in un paese sempre più diseguale: ogni indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane rileva infatti, dal 1995 ad oggi, che il 10% delle famiglie più ricche possiede quasi il 45% dell’intera ricchezza netta delle famiglie italiane, a fronte del 50% della popolazione (la metà più povera) che ne detiene meno del 10%”.

Pertanto, conclude la Cgil, con la tassa sulle grandi ricchezze “si chiederebbe un contributo davvero minimo ai nostri super ricchi, visto che le simulazioni ci danno cifre quasi irrisorie di 1000 (mille) euro l’anno”.

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