Come se quattro anni non fossero passati. Ma per l’industria italiana, almeno a ben guardare i dati diffusi dall’Ufficio studi di Mediobanca, già chiudere il 2011 con gli stessi bilanci in termini di fatturato e redditività saranno comunque un segnale positivo soprattutto in prospettiva futura.
Nel primo semestre 2011 l’analisi delle oltre duemila società italiane controllate mostra una ripresa dell’11% del fatturato per quelle del comparto energetico e del 14% nel manifatturiero rispetto allo stesso periodo del 2010 mentre il margine operativo netto (ossia l’utile industriale) migliora complessivamente del 7%.
Quindi se verrà mantenuto questo trend, a fine anno il fatturato del sistema produttivo italiano risalirà ai livelli di quattro anni fa mentre la redditività ridurrà il distacco al 10%.
A questi dati positivi fa da contraltare un calo dell’occupazione, scesa nell’ultimo semestre ancora dello 0,5% dopo il -5,1% accumulato nello scorso triennio. Una flessione che si accompagna a quella degli investimenti inferiori del 16,2% rispetto al 2007 anche se nel 2010 si è registrata un’inversione di tendenza. Le aziende italiane sembrano puntare più sulla razionalizzazione delle risorse che su reali investimenti, almeno nel nostro Paese.
Lo dimostrano soprattutto le multinazionali manifatturiere che producono ormai il 31% del loro fatturato sfruttando direttamente stabilimenti in Paesi nei quali produrre costa meno. Una quota che sale al 42% nell’energia. I margini rappresentano il 40% dell’utile industriale per la manifattura e il 73% dell’energia e soprattutto le vendite all’estero rappresentano il 51% del comparto manifatturiero e il 79% di quello energetico.
I dati raccolti da Mediobanca confermano anche come ad essere più tartassate dal fisco italiano siano le medie e piccole imprese per le quali paradossalmente il fatto di avere meno margini da tassare rispetto alle grandi industrie diventa un peso: nel 2010 la loro aliquota fiscale è pari al 34,6% contro una media del 22% per i grandi gruppi che in alcuni casi è calata addirittura al 18% causando comunque discrepanze notevoli.
Ci sono comunque settori industriali italiani che hanno saputo attraversare il triennio di crisi consolidandosi e facendo registrare dati largamente positivi. Come il comparto alimentare che ha registrato un aumento dei ricavi con un aumento del 10,3% nel dolciario e un +8,4% nella grande distribuzione. Nel 2009 la metallurgia ha recuperato il 31,8% e il settore gomma-cavi il 20%. In crisi, invece, i prodotti per l’edilizia (-28,8% nel triennio), elettrodomestici (-22,2%) e la stampa-editoria (-20%).