La data buona potrebbe essere quella del 20 ottobre come ha anticipato il ministro del Lavoro e Politiche Sociali, Maurizio Sacconi. Entro giovedì infatti dovrebbe essere approvato dal governo il nuovo Decreto per lo Sviluppo nel quale saranno inseriti provvedimenti importanti per quello che riguarda lavoro, apprendistato, scuola ma anche tagli alle spese dei ministeri.
Uno dei passaggi fondamentali è quello che riguarda la Legge di stabilità che questa settimana arriverà all’esame del Senato. E’ già stato redatto un testo, anche se non ancora ufficiale, che prevede tagli ai ministeri che per il 2012 ammonterebbero a 9,56 miliardi di euro. Le riduzioni più evidenti sarebbero -3,78 miliardi per lo Sviluppo, -2,98 miliardi per l’Economia e -1,44 miliardi per la Difesa.
Altri provvedimenti importanti riguarderanno il provvedimento che sostituirà la Finanziaria: coi sarà circa 1 miliardo di euro per il ‘bonus produttività’ e sono previsti alcuni rifinanziamenti rispetto al 2011 grazie alle risorse aggiuntive dell’asta frequenze. Ma la grossa incognita che per il momento blocca il Decreto per lo Sviluppi è legata al reperimento delle risorse. Lunedì il ministro Matteoli ha detto di sperare che “non sia a costo zero”; parole riprese dal suo collega agli Esteri, Franco Frattini: “Il Decreto arriverà quando il pacchetto sarà serio, io credo che debba essere quindi non a costo zero. Il presidente del Consiglio e il ministro dello sviluppo Romani ne stanno coordinando la sostanza”.
Intanto però Sacconi ha anticipato alcuni dei passaggi fondamentali che conterrà, almeno in bozza: “Abbiamo intenzione di inserire ancora maggiori incentivi per l’apprendistato e incoraggiare il telelavoro, soprattutto quando arrivino dei figli in una famiglia. Ci saranno anche misure di semplificazione per incoraggiare le assunzioni”. E arrivano anche le prime precisazioni: non è previsto il taglio dei buoni pasto per i dipendenti pubblici, mentre il 50% delle risorse aggiuntive dell’asta frequenze sarà destinato (anche per il 2011) alla Difesa, alla Polizia e per la sicurezza delle scuole. In più sono previsti anche 100 milioni di euro per il ministero dell’Ambiente, mentre ci saranno tagli alle infrastrutture anche se non sui grandi progetti come il ponte sullo Stretto di Messina.