Banche italiane declassate, ci rimettono i clienti

Non è un bel periodo per l’economia italiana, soprattutto quando si tratta di aver a che fare con le agenzie mondiali di valutazione. L’ultimo caso è quello di Standard and Poor’s che fotografa il momento delicato degli istituti bancari italiani tagliando il rating a 24 di loro, con alcuni nomi eccellente, ma ne promuove (per ora) altri 19.

Secondo l’agenzia americana i problemi maggiori in questo momento sono il rallentamento dell’economia, gli spread che pesano sul debito italiano, i costi di rifinanziamento più alti per banche e imprese, ma anche i minori profitti.

Ecco quindi L’agenzia ha così tagliato il rating di Mps (da A- a BBB+), Banca Popolare di Milano (da A- a BBB+), Banca Carige (da A- a BBB+), Banco Popolare (da A- a BBB) e Ubi Banca (da A ad A-), solo per parlare dei colosso bancari italiani.  E con loro vanno giù anche Popolare Emilia Romagna, Popolare Vicenza, Credito Emiliano, Veneto Banca, Cassa Risparmio Teramo, Iccrea, Caricento, Popolare Alto Adige, Banca di Bologna, Agos Ducato, Farmafactoring, Mediocredito Friuli, BancaSai.

A contempo Standard and Poor’s ha invece confermato i rating di Intesa Sanpaolo e Unicredit (entrambi A), anche se l’ultima bufera giudiziaria abbattutasi sull’Istituto per il presunto caso di frode fiscale che vede coinvolto anche l’ex amministratore delegato Alessandro Profumo potrebbe portare a valutazioni diverse. Stabili anche Bnl (A+) e Mediobanca (A).

L’agenzia statunitense paventa il rischio di una stretta sul credito nel breve medio termine dovuto appunto a un consolidamento più caro. S&P suggerisce quindi al governo italiano “misure fattibili di aumento della crescita e nel portare avanti una più veloce riduzione del peso del debito dovuto al settore pubblico. Il costo del funding aumenterà notevolmente a causa dei maggiori spread sul debito sovrano italiano”. Questo dovrebbe portare quindi un maggiore costo di finanziamento per banche e imprese che “porterà a condizioni di credito più rigide e un rallentamento dell’attività economica nel breve-medio termine”.

E ieri, complice l’avvertimento che Moody’s ha lanciato alla Francia dicendo che potrebbe rivedere le sue previsioni sul Paese, c’è stato un calo generale dei maggiori Istituti nelle quotazioni delle Borse europee anche se a Milano alcuni titolo sono andati al rimbalzo. Tutte notizie che per le tasche dei cittadini, molti dei quali non investono in borsa ma ne subiscono le bizze, sono minacce in vista.

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