Contro i rincari spesso incondizionati e immotivati della benzina ora finalmente si muovono le Regioni, in attesa che lo faccia anche lo Stato. In primis la Toscana che ha deciso di stringere un patto con la Grande Distribuzione per l’apertura di diverse ‘pompe bianche’ di fianco ai loro punti vendita sparsi sul territorio.
La conditio sine qua non è che il carburante sia venduto almeno a 10 centesimi in meno al litro rispetto al prezzo medio di mercato e nel contratto è previsto anche il riassorbimento di eventuali lavoratori che dovessero perdere il posto nel raggio di 15 km a causa dell’eventuale chiusura di distributori già esistenti.
È tutto nero su bianco in un protocollo d’intesa redatto dalla Regione e che sarà firmato nelle prossime settimane con Federdistribuzione, Conad e Accdt, ossia l’associazione delle Coop. L’accordo prevede sostanzialmente più spazi e meno regole per le cosiddette ‘pompe bianche’, ossia quelle senza logo delle grandi compagnie, ad imitare quello che avviene con largo successo in molti Paesi stranieri.
In Italia invece non sono più del 5% e in particolare in Toscana se ne trovano 39, di cui 4 gestite dalla grande distribuzione con uno alla Conad e tre alla Carrefour, su un totale di 1565. Ora le stazioni di servizio potranno funzionare 24 ore su 24 ed assieme a benzina e gasolio potranno vendere anche giornali, tabacchi o altri beni.
In base al protocollo i gruppi della Grande Distribuzione si impegneranno ad aprire nuove stazioni di servizio nei loro punti vendita, con le clausole di cui sopra.
E il presidente della regione, Enrico Rossi, ha già scritto al premier Monti: «Questa decisione accelera il processo di liberalizzazione del mercato dei carburanti a tutto vantaggio dei cittadini. Ho scritto al presidente del Consiglio Monti e al presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani una lettera in cui chiedo di spingere sul terreno della liberalizzazione della rete distributiva.
Per farlo chiediamo una modifica del decreto ‘Cresci Italia’ per consentire a tutti i gestori di distributori di poter acquistare i carburanti sul libero mercato per almeno il 50% di quanto erogato l’anno precedente, in modo da poter favorire lo sviluppo della concorrenza e attraverso questa ridurre i prezzi agli automobilisti».