Mutui: tempi lunghi per la sospensione delle rate ai disoccupati

La sospensione del pagamento delle rate del mutuo per i lavoratori in cassa integrazione o percettori del sussidio di disoccupazione? La novità introdotta dal decreto attuativo del cosiddetto Tremonti bond sarà sicuramente utile per alleviare le sofferenze di molte famiglie italiane, ma difficilmente sarà disponibile a breve .Per completare l’iter che porterà all’adozione delle agevolazioni sarà infatti necessario del tempo: tecnicamente il decreto si limita a parlare di «interventi congiunturali per favorire le famiglie in difficoltà sui mutui contratti per l’acquisto dell’abitazione principale» come contropartita richiesta alle banche per la sottoscrizione dei bond. È nel comunicato con cui il ministero delle Finanze ha accompagnato la firma del decreto che invita le banche a mettere a disposizione «per i lavoratori in cassa integrazione o percettori di sussidio di disoccupazione, la sospensione del pagamento della rata di mutuo per almeno 12 mesi».

Gli istituti di credito interessati all’emissione dei bond dovranno prima sottoscrivere con il Ministero un protocollo di intenti nel quale indicare, fra l’altro, gli impegni a sostegno delle famiglie in tema di mutui, un documento che presumibilmente conterrà anche le modalità di accesso alle agevolazioni e che richiederà inevitabili tempi tecnici prima di essere messo a punto. Non solo, c’è anche da considerare che gli interventi previsti dal Dl riguarderanno non tutta la platea dei mutuatari, ma soltanto coloro che hanno sottoscritto prodotti dei gruppi che di fatto accederanno al Tremonti bond (si parla di Intesa Sanpaolo, UniCredit, Monte Paschi e Banco Popolare).

Per le famiglie italiane che continuano a soffrire nonostante il ribasso dei tassi di interesse (venerdì l’Euribor a un mese, parametro di riferimento per il variabile, ha toccato un nuovo minimo storico a 1,40%) non mancano tuttavia soluzioni alternative. Molti gruppi bancari hanno infatti messo a punto negli ultimi mesi programmi espressamente dedicati all’aiuto dei clienti in difficoltà con il pagamento delle rate, tra questi gli stessi UniCredit (con il programma «Insieme 2009») e Mps, o hanno lanciato prodotti che prevedono la sospensione della rata per determinati periodi o al verificarsi di specifici eventi quali la perdita del posto del lavoro.

La soluzione in grado di risolvere molte situazioni indipendentemente dalla banca con cui si è stipulato il finanziamento esisterebbe, ed è quel «Fondo di solidarietà» a vantaggio dei mutui per l’acquisto della prima casa che prevede la sospensione delle rate fino a 18 mesi per chi può dimostrare di non essere in grado di onorare i pagamenti. Uno strumento per il quale la Finanziaria 2008 (l’ultima del Governo Prodi) aveva stanziato 20 milioni di euro e che da allora è però rimasto lettera morta per la mancanza del regolamento attuativo.

La notizia buona, sotto questo aspetto, è che i tempi per l’attivazione potrebbero essere maturi, visto che il decreto anticrisi ha fissato entro fine marzo (60 giorni dalla data di conversione, avvenuta il 28 gennaio) il termine massimo per l’ emanazione del regolamento del Fondo da parte del ministero delle Finanze. Alcune Regioni si sono già avvantaggiate mettendo a punto strumenti analoghi, la speranza è che lo Stato si adegui al più presto.

Fonte: Ilsole24ore.com

6 Comments

  1. Trovo che questo procedimento posso portare notevoli vantaggi a moltissime famiglie italiane. Spero solo che non rimanga una proposta incompiuta ma venga messa seriamente in atto.

  2. susy

    Anch’io trovo che sia una cosa positiva peccato che però come sempre tutelino le stesse categorie come i lavoratori dipendenti! Un autonomo che oltre a non vedere uno stipendio da mesi e deve in piu’ pagare le spese dell’attività come può fare? Siamo esclusi da tutto noi evidentemente non siamo considerate persone…………..

  3. valentina

    tremonti bond: unicredit non vuole sospendere il pagamento della rate, nonostante siamo rimasti senza lavoro sia io che mio marito,solo per il fatto che nel 2007 i nostri redditi superavano i 25.000 euro!!!! ma che c’entra i reditti di allora??? non c’era la crisi e avevamo entrambi un lavoro! non mi risulta , dal decretto, che i requisiti fossero questi. …

  4. susy

    Allora come già avevo pensato le buone intenzioni di unicredit sono solo uno specchietto per le allodole , trovano sempre il sistema per non mantenere le promesse fatte ! Le banche sono tutte uguali ! Se siamo in questa situazione è grazie a loro che ci hanno strozzinato fino a ieri ! Si meriterebbero che nessuno pagasse piu’ ! Voglio proprio vedere poi cosa potrebbero fare con al posto dei soldi un sacco di case !Con la crisi che c’è non riuscirebbero nemmeno a venderle. Propongo a tutti di divulgare queste notizie e se conoscete qualcuno con lo stesso problema sarebbe il caso di unirsi e creare una coalizzione per poter ottenere quello che ci è tato negato !

  5. Erica

    Sono d’accordissimo con Susy. E’ da inizio anno che non percepisco lo stipendio per lasciarlo in azienda per poter pagare i miei debiti. Ora la situazione è insostenibile e le banche non aiutano per niente. Abbiamo richiesto un finanziamento a settembre 2008, abbiamo avuto una risposta a giugno 2009 ed ovviamente è stata no. 9 mesi hanno impiegato per dirci di arrangiarci. Grazie banche e soprattutto grazie governo perchè non sta facendo proprio niente.

  6. Roland

    Susy appoggio in pieno,anche la mia famiglia versa in una profonda crisi.io sono in cassa da ottobre 2008 e lavoro circa una settimana a mese , mia moglie ha perso il lavoro per taglio organico nella Golden Lady ed abbiamo mutuo,2 prestiti ed un bimbo di 3 anni e mezzo con problemi linguistici (nel senso che non dice ancora nulla)che dobbiamo portare (a pagamento)da specialisti (cari).
    la banca Intesa interpellata da noi ancora mesi fa ha risposto ”non se sappiamo nulla del decreto”.
    ora sono in protesto per 2 rate dei prestiti e la banca non aiuta,anzi l’opposto.
    bisognerebbe coalizzarci tutti contro questi parassiti che hanno creato questa crisi per intascarsi più soldi a danno sempre dei più deboli……
    facciamolo ma dobbiamo essere tutti uniti per il bene nostro e dei nostri figli
    ciao

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