L’ex premier Silvio Berlusconi, a capo dell’alleanza di centro-destra, punterà sulle tasse e sul lavoro, quali temi clou della campagna elettorale. Una volta chiuso il valzer delle liste, infatti, esclusi i volti più impresentabili, il Cavaliere confida ai suoi di essere certo di potere affrontare adesso una campagna elettorale incentrata solo sui temi che contano per l’opinione pubblica, potendo così annullare il gap che lo separa ancora dalla coalizione guidata dal segretario del PD, Pierluigi Bersani.
Già a “Porta a Porta” aveva anticipato una delle misure più discusse e poi copiate di questa prima fase che porterà al voto del 24-25 febbraio. Niente tasse e contributi per 5 anni sui disoccupati giovani assunti dalle imprese. Secondo l’ex presidente del consiglio, a queste condizioni, per un’impresa assumere un giovane sarebbe conveniente come farlo lavorare in nero. Bisogna rilanciare l’occupazione giovanile, spiega il Cavaliere, preoccupato dal 37% di disoccupazione tra gli under 25, tasso record degli ultimi oltre venti anni.
E sulla scia della proposta di Berlusconi, anche il premier Mario Monti promette che se tornerà a Palazzo Chigi detasserà il lavoro giovanile e fermerà i tagli alla scuola e l’università, considerati inaccettabili.
Nella stessa direzione va il leader del centro-sinistra, che parla di dramma giovanile e ritiene che sia necessaria una terapia shock contro la disoccupazione.
Sempre sul tema lavoro fanno discutere gli attacchi del comico Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, che nei comizi in Puglia e Basilicata ha proposto di abolire il sindacato, considerato alla stregua dei partiti, puntando, invece, a fare entrare direttamente i lavoratori nei cda delle società, come avviene in Germania e negli USA, ha spiegato. La reazione è stata di condanna da parte di tutte le grandi sigle sindacati (Cgil, Cisl e Uil), tra quanti sostengono che Grillo non conosca il mondo del lavoro e altri che rimarcano come il tema dovrebbe essere il rilancio della rappresentanza dei lavoratori.