Dopo avere sbattuto in faccia la porta al segretario del PD, Pierluigi Bersani, a proposito di un coinvolgimento del Movimento 5 Stelle in un governo a guida centro-sinistra, Beppe Grillo non ci sta a passare per un irresponsabile e lancia la sua proposta: PD e PDL votino un governo a guida 5 Stelle. Pronta la risposta di Bersani, che invita il leader dell’M5S a non fare solo battute. Ma l’ipotesi di un governo di minoranza guidato da Bersani, che possa godere di giorno in giorno dell’appoggio dei grillini al Senato su specifici provvedimenti, perde quota, se mai avesse avuto un briciolo di credibilità. Nel PD molti sanno che il Quirinale non manderebbe nessun premier allo sbaraglio in una fase così delicata per i mercati finanziari ed è questa la ragione per cui già si tratta sotto traccia con il PDL per un governo di larghe intese.
I pontieri sarebbero all’opera e lo scenario che avanza è quello delle dimissioni di Bersani da segretario dei democratici. Egli non guiderebbe alcun esecutivo, ma la palla dovrebbe passare a una personalità che goda della fiducia di entrambi i partiti.
Si fa il nome di Matteo Renzi, il quale si sarebbe detto disponibile a guidare il governo. Berlusconi non vedrebbe affatto male il nome dell’attuale sindaco di Firenze, tanto da preferirlo a quello di qualche altra figura tecnica (circola il nome di Giuliano Amato, buono un pò per tutte le stagioni).
Altra ipotesi accreditata sarebbe quella di una sorta di proroga del mandato a Giorgio Napolitano, cosa che sarebbe stata richiesta dallo stesso Berlusconi, in attesa che il clima si rassereni e si torni alle urne, magari tra un anno.
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