Alle ore 11 di oggi, il segretario del PDL, Angelino Alfano, salirà al Quirinale, insieme ai capigruppo uscenti di Camera e Senato del partito, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, per incontrare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Oggetto della discussione: gli attacchi giudiziari concentrici contro il leader del centro-destra, Silvio Berlusconi. E’ noto che il capo dello Stato sia preoccupato per il clima di avvelenamento tra istituzioni e teme che queste vicende allontanino la possibilità di formare un governo di responsabilità nazionale o di larghe intese, visto che il PD non ha la maggioranza al Senato e non sembra possa mai trovare un’intesa con il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
E dal letto d’ospedale, al San Raffaele a Milano, Berlusconi lancia la sua sfida al PD: o si mettono in testa che devono aprire al PDL per fare un governo o diremo a Napolitano che l’unica via per noi resta quella delle elezioni.
Dunque, Bersani al bivio. E se il segretario cerca un accordo con centristi e grillini, pare che il PDL stia tentando una mossa tesa a dividere gli avversari. Indiscrezioni vorrebbero che il centro-destra possa sostenere la candidatura di Massimo D’Alema al Quirinale, cosa invisa paradossalmente a grossa parte dei democratici.
Lo scontro in atto tra magistratura e Berlusconi ieri si è arricchito della manifestazione di quasi 200 tra deputati e senatori del PDL, che hanno intonato l’inno d’Italia, dinnanzi alla Procura di Milano, in segno di solidarietà verso l’ex premier e per garantire il rispetto della rappresentanza dei diversi milioni di elettori che hanno votato il 24-25 febbraio il centro-destra, i quali potrebbero rimanere senza il loro leader, nel caso la magistratura disarcionasse il Cavaliere.