Il credito per le imprese risulta sempre più difficile da ottenere. Ad evidenziarlo è il rapporto Union Camere, che denuncia anche l’impatto della crisi economica: questa crisi sta provocando, infatti, un contrazione nell’elargizione dei finanziamenti tra imprese e banche. È il 31% delle imprese nazionali che ha difficoltà a ottenere credito presso gli istituti bancari, soprattutto nell’ultimo anno. È soprattutto il settore manifatturiero a riscontrare le più grosse difficoltà ad ottenere prestiti presso le banche.
In particolare, sono i mutui per la casa il settore più colpito dalla crisi. La recessione, infatti, non rende sicuri gli italiani a investire negli immobili, che fino a qualche anno fa erano considerati i migliori investimenti. Non si investe negli immobili nemmeno se si tratta di acquistare la propria abitazione. Sono specialmente le giovani coppie a risentirne, in quanto sempre più spesso, purtroppo, non dispongono né della busta paga né del reddito sufficiente a far da garanzia alla banca che dovrebbe elargire il prestito. C’è anche un ridimensionamento dei mutui ipotecari. Si calcola che nell’ultimo anno le case acquistate a rate siano state poco più di 270mila, con un picco verticale verso il basso di 26,8% di acquisti, per un totale erogato di 34.5 miliardi di euro, anch’esso in discesa del meno 27,5%. Ciò significa che i prestiti che si concedono non solo sono minori di numero, ma sono anche più esigui in termini di importi erogati.
Di contro, aumentano i tassi d’interesse, di un +0,23%, per una media di durata totale del prestito pari a poco più di 23 anni. In questo quadro, il primo trimestre del 2009 ha registrato tassi al 4,2%. È in crescita dello 02% anche il costo medio per la quotazione dell’abitazione a metro quadro, arrivata ora a 1582 euro. Forse una buona spinta al mercato sarà lo “sblocco” dei così detti “Tremonti bond”, cioè una serie di obbligazioni emesse dal Tesoro ad alto tasso di rischio ma anche con alta remunerazione dei sottoscriventi. Tale sblocco potrebbe esserci solo previo un accordo dell’Associazione Bancaria Italiana, l’ABI, e appunto il Ministero dell’Economia. È da definire, come previsto da protocollo, anche il tetto massimo del prestito concedibile alle famiglie e alle piccole e medie imprese sparse sul territorio nazionale, da parte delle banche, per patrimonializzare le obbligazioni del Tesoro. Per le piccole e medie imprese, comunque, è previsto uno stanziamento di un fondo di circa 240 milioni di euro come fondo di garanzia.
Infine, è in arrivo un provvedimento per cui le banche potranno avere una maggiore tutela verso gli insolventi: infatti, è prevista una sorta di “congelamento”, della durata di 12 mesi, dei pagamenti dei mutui se questi verranno non corrisposti. Il congelamento sarà concesso prevalentemente agli italiani che si troveranno senza lavoro o saranno sotto cassa integrazione. Per questa manovra, arriva il plauso delle associazioni dei consumatori che però chiedono che tale congelamento sia esteso anche alle fasce di popolazione con redditi bassi: una sorta di mutuo sociale agevolatissimo.